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Punto nascite di Ortona, vizi di forma e di valutazione?

Riassunto di una conferenza stampa di Leo Castiglione e Franco Musa

Redazione
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Nei giorni scorsi si è tenuta una conferenza stampa in cui i consiglieri comunali Franco Musa e Leo Castiglione hanno fatto un'analisi politica della situazione sul Punto Nascite (PN) di Ortona, nella quale non sono mancate le critiche al PD ortonese per la difesa delle scelte operate dal partito regionale. Nonché una dimostrazione di incoerenza con le dichiarazioni in difesa del PN di Ortona rese alla stampa in passato.

Altre precisazioni sono seguite in merito alle dichiarazioni dell'Assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, rese il giorno 11 aprile ai cronisti di un telegiornale regionale, in cui affermava la necessità di chiedere ulteriori pareri e chiarimenti all'AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). Castiglione, infatti, ha precisato che: «nel documento pubblicato dall'AGENAS nei primi mesi del 2014 relativo ai PN distribuiti per Regione in base ai dati raccolti dalle Asl, il Programma Nazionale Esiti, per l'Abruzzo, già escludeva il PN di Ortona».

Conclusa l'analisi politica della vicenda, il consigliere Castiglione, quindi, ha proseguito esponendo alcune perplessità da lui individuate in tre punti: due sull'ipotesi di vizi di forma e di valutazione nel lavoro svolto dal CPNR (Comitato Percorso Nascita Regionale) ed uno sulla pianificazione degli interventi sulla sanità regionale in assenza di servizi essenziali per la sicurezza dopo l'eventuale chiusura (riferendosi principalmente allo STEN – Servizio Trasporto Emergenza Neonatale).

Primo punto: Numero di parti o nati oltre i 500 all'anno nei tre anni da considerare, Castiglione spiega che andrebbe considerata la media e non il dato singolo, come è stato fatto per Ortona nel documento del CPNR.

«Nel lavoro svolto dal CPNR, vi sono evidenti errori di valutazione per il PN di Ortona che lo hanno danneggiato e fatto inserire tra quelli da chiudere. La rete che ne risulta dopo la chiusura evidenzia la mancanza di sicurezza già nei dati presentati dai PN che rimarranno attivi. Manca completamente una progettualità che preveda, prima della eventuale chiusura di un PN, la  presenza concreta negli altri PN degli standard di sicurezza richiesti e la concreta operatività dello STEN (servizio trasporto emergenza neonatale) che ad oggi non è presente né nella Regione né nella Asl di Chieti, né è stato fatto alcun atto per attivarlo».

«Tra i criteri utilizzati per individuare i PN da mantenere aperti vi è l'identificazione dei Presidi Ospedalieri che, nel corso degli ultimi tre anni presi in considerazione dal CPNR (2011-2012-2013), hanno effettuato un numero di parti compreso tra 500 e 1000. Un requisito primario, oltre agli altri parametri previsti dall'Accordo Stato-Regioni 2010 (Piano Fazio) (leggi...)».

«Dall'esame dei dati forniti dallo stesso CPNR si evince che i dati lì esplicitati per il PN di Ortona nel periodo di riferimento 2011-2013 non sono stati corretti. Infatti non sono gli stessi riportati nel documento allegato "Standard di riferimento per livelli assistenziali": il numero di parti/nati per gli anni di riferimento 2011-2013 esatti dai dati degli Standard allegati al documento CPNR, in realtà, per il PN di Ortona sono i seguenti».

Anno Parti Nati
2011 525 529
2012 524 526
2013 492

495 / 497

2014 568 569

 

Ospedale Nati 2011 Nati 2012 Nati 2013 Nati 2014 Scostamento% nati nel quadriennio 2011-2014
Chieti 1689 1655 1488 (-11%) 1620 (+7%) -4%
Lanciano 875 754 700 (-7%) 651 (-8,5%) -15%
Vasto 772 895 799 (-12%) 846 (+5%) -7%
Ortona 529 526 494 (-6%) 569 (+15%) +10%

«Nel valutare i PN il CPNR ha valutato solo l'unico anno 2013 in cui il PN ortonese è risultato di 8 parti o 5 nati sotto il limite dei 500. Tale metodologia relativa al prerequisito primario è scorretta, facilmente contestabile. Non è stata utilizzata tra l'altro per gli altri PN e ha danneggiato tutto il percorso successivo. Non può essere considerato 1 solo anno ma deve essere considerata la media dei 3 anni presi in considerazione, altrimenti perché sarebbero stati considerati tre anni?»

«Effettuando la media dei tre anni, il PN di Ortona risulta di 513,6 parti e 517 nati annui, al di sopra della soglia dei 500 parti o nati. In più, considerato che siamo nel 2015 e, necessariamente, devono essere considerati i dati più recenti per il PN, ad Ortona nell'anno 2014 il dato dei Nati è pari a 569, con un trend positivo del +15% rispetto al 2013 e del +10% rispetto al quadriennio 2011-2014, che dimostra un salto di attrazione anche rispetto agli altri PN della ASL o, se vogliamo, regionali. A confermare questo trend anche i dati dei primi due mesi del 2015, +29 nati rispetto agli stessi mesi del 2014».

Secondo punto: Il piano Fazio considera i tagli cesarei primari, non i tagli cesarei globali. Ma anche considerando i tagli cesarei globali, spiega castiglione, Ortona dimostra alti parametri di sicurezza.

«I parti cesarei primari del Punto Nascite di Ortona sono in costante discesa dal 2011 al 2014: nel 2011 erano al 32%, nel 2012 al 22%, nel 2013 al 20% e nel 2014 all'11,9% (<15%, come rischiesto dal Piano Fazio). Questo dimostra l'impegno profuso nel corso degli anni per incrementare la sicurezza del parto proprio sulla base di quanto richiede il Piano Fazio».

«Bisogna fare attenzione: il Piano Fazio richiede i parti cesarei primari. Il documento tecnico del CPNR non ha tenuto conto di questo dato bensì del tasso percentuale globale dei tagli cesarei (ripetuti e primari), quindi ha tenuto conto di un dato fallace e fuorviante la realtà dei fatti. Ma anche considerando i tagli cesarei globali Ortona si impone con un salto di qualità in quanto è passata dal 54% del 2011 al 40% del 2012 e al 35,5% del 2014».

Terzo punto: Calo delle complicanze neonatali e soddisfazione del 95% dei requisiti di sicurezza  pongono il PN di Ortona tra quelli da non chiudere. Manca ancora lo STEN, importante per la sicurezza di tutto il percorso nascita regionale.

«Quanto alla percentuale di complicanze neonatali – prosegue Leo Castiglione - vanno considerate di sicuro le complicanze maggiori, cioè quelle che hanno prodotto necessità di trasferimento del neonato a livello assistenziale maggiore (all'HUB di riferimento – Chieti) pur avendo adottando un'attenta selezione del rischio ostetrico per l'accesso al corretto livello assistenziale. Per il PN di Ortona risultano in calo. Nel 2012 le complicanze maggiori sono state del 2,66%, nel 2013 (eccezionalmente) del 3,03% e nel 2014 dell'1,7%».

«Nella metodologia di valutazione dei PN, dopo aver preso in considerazione il prerequisito dei 500 parti o nati all'anno, devono essere valutati gli Standard. E il PN di Ortona soddisfa il 95% dei requisiti richiesti dal Ministero della Salute per i PN di I livello. Questo si evince dai requisiti comunicati alla regione nel luglio 2014 ed alla Agenzia sanitaria regionale nel marzo 2015. Requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici che, anche rispetto agli Standard comunicati dagli altri PN, non ponevano il PN ortonese tra quelli da chiudere».

«Non si può affatto condividere che l'adeguamento strutturale e funzionale delle strutture che resteranno aperte si effettui solo sulla carta, come di fatto sta avvenendo ovunque senza che sia stato aperto alcun cantiere. Si chiude solo per utilizzare le risorse umane da redistribuire? Ma la ridistribuzione del personale non può e non deve essere considerata l'unico elemento per garantire la sicurezza del parto».

«A ciò si aggiunge che ad oggi non è operativo lo STEN (Servizio Trasporto Emergenza Neonatale) sia nella ASL Chieti che in tutta la regione e l'assenza di tale requisito di sicurezza pone ad altissimo rischio il percorso del neonato in tutta la regione. La sola dichiarazione di intenti di attivarlo, senza una effettiva allocazione temporale e dettagliata organizzazione dello stesso, non è sufficiente. E – conclude il consigliere Leo Castiglione - questo non può essere nascosto alle donne della nostra ASL e della nostra Regione».

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