Il Comando Provinciale di Chieti, dopo un’accurata attività info-investigativa, ha identificato una donna ortonese di 56 anni dedita alla abusiva attività finanziaria che, spacciandosi per consulente finanziario, ha raccolto oltre 160 mila euro promettendo investimenti altamente redditizi all'estero.
La donna, proponendosi come consulente finanziario e approfittando della fiducia dei propri clienti, per lo più residenti in provincia di Chieti, li induceva a investire in progetti all’estero, rivelatisi successivamente inesistenti (presentati sotto forma di piani di accumulo, finanziamenti, prestito, ecc.), promettendo rendimenti irrealistici fino al 2000%.
Il denaro raccolto, con lo scopo di occultarne la provenienza illecita, invece di essere investito come promesso, veniva trasferito attraverso il circuito Money Transfer mediante numerose rimesse di denaro verso il Senegal, al di sotto dell’attuale soglia di segnalazione obbligatoria (999,99 euro), prevista dalla normativa antiriciclaggio, con tecniche di frazionamento note come "smurfing" e finalizzate ad aggirare i divieti imposti dalla legge e i blocchi automatici da parte degli operatori Money Transfer.
I finanzieri della Tenenza di Ortona, coordinati dal Ten. Giancarlo Passeri, sono risaliti ad oltre 230 operazioni di trasferimento di denaro, dal 2015 al 2023, per un totale superiore a 160 mila euro.
Le Fiamme Gialle inquirenti, mediante l’interoperabilità delle banche dati fiscali e valutarie, hanno inoltre rivelato che la sedicente consulente finanziaria percepiva indebitamente, da quattro anni, il reddito di cittadinanza, avendo fornito all'INPS dichiarazioni false sui propri redditi e sulla propria situazione familiare, sottraendo di fatto alle casse dello Stato oltre 18 mila euro.
Il soggetto, segnalato alla Procura della Repubblica teatina, rischia una condanna penale per i reati di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, autoriciclaggio e illecita percezione del reddito di cittadinanza e una sanzione amministrativa che la Ragioneria Territoriale dello Stato potrebbe comminare fino a 6,5 milioni di euro.
“Attività come questa - afferma il Comandante Provinciale di Chieti, Col. Michele Iadarola - pone la Guardia di Finanza come massimo interprete dell’azione di contrasto ai fenomeni di abusivismo bancario e finanziario, tutelando il trasparente investimento dei risparmi dei cittadini prevenendo e reprimendo le sempre più “camaleontiche” forme di truffa.
Giova precisare che la persona sottoposta ad indagine, in virtù del principio di presunzione d’innocenza, non può considerarsi colpevole fino ad eventuale pronuncia di sentenza irrevocabile di condanna.
C.S.