Dal Facebook del consigliere comunale Peppino Polidori una lettera indirizzata a lui di Maurizio Piccinino
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Gentile avvocato Polidori conosco la sua sensibilità istituzionale, così ho deciso di scrivere una riflessione che, se vuoi, potrai ospitare nella tua pagina Facebook.
Vengo subito ad un tema sul quale vale la pena riflettere. Ossia la crisi della città di Ortona, una comunità che ha molto, - iniziando dalle capacità dei suoi singoli cittadini -, eppure da molti anni la città è assediata da seri problemi, dalla disoccupazione giovanile, alla fragilità economica di molte famiglie, ad un territorio ormai dissestato e senza appeal turistico e imprenditoriale.
Farò solo alcuni esempi, quelli che ritengo significativi per riflettere sul perché la città ha perso molte occasioni di sviluppo e migliori possibilità per i suoi cittadini. . Partiamo dallo scalo marittimo, una realtà impantanata, scarsamente produttiva, senza infrastrutture moderne che non ha grandi prospettive, e con il rischio di ospitare un deposito gpl; ma queste sono cose note, nel contempo, mi chiedo, per stare all’oggi: può una area produttiva strategica, con cantieri che per loro natura richiedono attenzione perché pericolosi, può una area del genere per movimentazioni di milioni di tonnellate di merci, ospitare una pista perdonabile e ciclabile? Ossia una area di svago e passatempo che viene realizzata tra due enormi barriere architettoniche : il porto e la ferrovia. Evidentemente non si crede nel futuro del porto, e nemmeno delle aree collinari che potevano ospitare vie, piste e luoghi di ristoro molto più belli di una zona portuale ad alta complessità logistica.
Altro tema, la galleria ferroviaria in costruzione, ho perso il conto degli anni di escavazioni, quante risorse economiche sono state versate in un tratto ferrato così modesto. Quando finiranno i lavori ? E soprattutto che impatto stanno avendo sulla collina del promontorio del castello? C’è da chiedersi non era meglio spostate la ferrovia come è accaduto ai confini di Ortona, ossia a San Vito? Interrogativi, a quanto pare, che nessuno si pone.
Come nessuno si chiede se la città meriti una stazione ferroviaria in condizioni così disastrose?
In fondo, quello della stazione con le sue buche e bagni chiusi, è un problema marginale rispetto ad altre questioni, come il deposito Eni con migliaia di tonnellate di idrocarburi, mega impianto che dista appena 300 metri in linea d’aria dall’ospedale. Un vero scempio di regole. Tuttavia c’è da chiedersi se esista e cosa preveda l’ufficio tecnico comunale, in caso di pronto intervento rispetto ai potenziali rischi di un impianto che è, tra l’altro, un obiettivo militare strategico.
Ortona, inoltre, è l’unica cittadina della costa che non ha visto aumentare i suoi abitanti, eppure è stato realizzato un quartiere di dimensioni incredibili in una zona della città particolarmente critica, ossia Fonte Grande. Si è preferita una zona di fossi e avvallamenti quando era disponibile la bella e pianeggiante area di San Pietro che si espande fino a contrada San Marco e sui promontori di Ripari di Giobbe e Ferruccio, ossia una zona piena di luce, di sole, aria, prospiciente il mare. Oggi abbiamo a San Pietro i depositi di carburanti e sulle montagne russe di Fonte Grande enormi palazzi da quartiere dormitorio.
In contrada Villa Grande, invece c’è una bomba ecologica di dimensione e pericolo per anni ampiamente sottovalutati. Una mega discarica di amianto. Materiali ultra pericolosi depositati per anni e provenienti da tutta Italia. Ora sopra a questo materiale c’è una nuova discarica ma sotto a contatto con falde acquifere e fuscelli cosa accade ? Nessuno lo sa. A me pare un disastro ecologico, ma ne sappiamo qualcosa? Niente sappiamo e forse sapremo, su come è nata questa discarica chi ci ha guadagnato?
Infine in questi giorni si parla dell’erosione della costa nella zona tra l’Arielli e il torrente Riccio, in realtà ad essere interessato è solo un tratto modesto di spiaggia, ossia un tratto di poche decine di metri dove ad essere lambiti in caso di mareggiate sono tre stabilimenti balneari che però - si omette di dire -, sono stati realizzati nel bel mezzo dell’arenile. Non si comprende perché è per come sono stati messi in quella posizione, di certo un piano spiaggia li preveda li. Sta di fatto che in questa minuscolo tratto di costa sono stati riversati scogliere su scogliere, buttati milioni e milioni, un pennello di scogli che ha provocato più danni. Doveva però essere evidente da subito che la spiaggia non è terraferma, il moto ondoso avanza su quel tratto ma no va mai oltre. Se gli stabilimenti erano sulla terra ferma avremmo risparmiato decine di milioni. L’errore è stato umano, tuttavia, ancora oggi si insiste nelle spese folli, con il modificare le scogliere sull’onda di finte emergenze. Tanto finte da essere sospette. In questi giorni, infatti, appare normale - come se non bastassero gli errori e i soldi buttati via, - sono state spostate indietro due scogliere, un arretramento di meno di dieci metri al costo di 700 mila euro. Lavori fatti in fretta e furia decisi dalla Regione e avvallati dal sindaco Castiglione. In questo ultimo fatto, c’è da fare una riflessione ulteriore: serviranno queste opere? Io spero di sì, ma un dubbio però è legittimo, sono state spostate opere che altri ingegneri e forse le stesse imprese hanno realizzato a costi di milioni. In altri versi qualcuno ha sbagliato, ma con i soldi non suoi ma pagati dai cittadini.
In tutti gli esempi fatti: il porto, la galleria ferroviaria, lo stato di molte aree degradate della città, il quartiere Fonte Grande, i depositi di idrocarburi, la discarica di amianto che sono un rischio; le scogliere messe, tolte e rimesse, e mi fermò a questi pochi fatti, ecco tutte queste opere sono costate una enormità in termini di soldi, di spazio, di vivibilità e di rischio; e non rappresentano certo i gioielli della città ma delle brutture. Tutte queste opere, così come altre, hanno tutte un denominatore: nessuno ha pagato per gli errori fatti. Non sappiamo chi ha deciso, chi ci ha guadagnato, chi ha firmato e dato il via libera. Chi ha fatto scelte che ora sono irreversibili e penalizzanti. Nessuna autocritica e magari annesso che le decisioni erano un calcolo, magari in buona fede, ma del tutto sbagliate per la città. A pagarne le conseguenze oggi sono le attuali e future generazioni; a pagarne sonoramente le conseguenze sono i disoccupati, le famiglie in povertà e quanti hanno lasciato Ortona per trovare miglior fortuna altrove.
Infine lei avvocato Polidori, - così come gli altri candidati sindaco eletti consigliere : Veri, Marchegiani, Di Nardo -, è sceso in campo senza aver mai avuto un ruolo in Comune come amministratore, cosa che non possiamo dire dell’attuale sindaco Castiglione, che in 20 anni di presenza nelle aule consigliati avrebbe potuto dire qualcosa. Evidentemente non si é accorto di come la città regrediva e di come molte opere erano sbagliate, inutili e dispendiose.
Ora posso dire, avvocato Polidori, che confido in Lei perché conosco la sua passione civile, la sua caratura professione. Lei, inoltre, ha una squadra di persone competenti e attenta ai problemi di Ortona.
Spero un giorno che Lei faccia sapere alla città chi ha sbagliato e se qualcuno pagherà per gli errori fatti. Come città, infatti, come lei ha già denunciato siamo ad un passo dal fallimento economico. Ritengo, infatti, insopportabile che la città e molti cittadini abbiano subito le conseguenze degli errori di quanti sono rimasti nell’ombra o peggio con la faccia tosta di non avvertire il minimo peso di responsabilità politiche e amministrative così pesanti per i troppi errori e scelte sbagliate. Errori che i cittadini vedono e commentano ogni giorno. Solo la nostra classe politica non ha visto, e non ha avuto la lungimiranza di fare scelte vere e strategiche per Ortona.
Maurizio Piccinino
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c. Peppino Polidori