È trascorso un anno dalle elezioni e la via che porta alla stazione versa nelle condizioni di tale degrado che purtroppo è inutile anche parlarne in quanto pare che non interessi a nessuno, tantomeno al Comune di Ortona.
Un cartello nei pressi della Marina annuncia da anni: “Ingresso provvisorio scalo Fs” e, per dirla alla Flaiano: “In Italia nulla è più duraturo del provvisorio”. Ora, più in generale, c’è da chiedersi in cosa consistano i lavori della galleria, ossia i tempi, la sicurezza, la stabilità del colle, anzi io direi dei promontori a nord di Ortona dal promontorio del Cimitero al colle sovrastante il Peticcio fino a Ripari di Giobbe, Punta Ferruccio e San Marco - dal momento che le opere di Rete Italia (il braccio logistico delle Fs) sono a colpo d’occhio così visivamente impattanti che viene i brividi a pensare che per sistemare un balcone o una finestra un qualsiasi cittadino è tenuto a produrre carte e progetti e, sottostare a severi controlli, mentre per mettere mano a zone che sulla carta sono protette addirittura con vincoli paesaggistici e naturali, nessuno vegli in modo che se ne sappia qualcosa di vero e puntuale. Evidentemente non si vogliono aprire gli occhi su situazioni che meriterebbero quantomeno delle spiegazioni, magari solo tecniche. Certo ci sarà da qualche parte un mega progetto, saranno stati investiti decine di milioni e anni di anni di lavoro e, soprattutto, ingegneri e direttori dei lavori in carne ed ossa, con competenze stellari per firmare e dare via libera a opere come le gallerie di Ortona. Ma io ho la sensazione, solo la sensazione del cittadino qualsiasi quindi senza nessuna competenza geologica, che la città si stia mettendo nei guai.
Dal colle del cimitero a scendere a quota della stazione Fs e quindi a livello del mare - a occhio e croce un dislivello ripidissimo - c’è anche un’altra galleria del tutto incustodita (qualcuno avrà fatto dei controlli sulla sua tenuta ? Chissà forse sì forse no) è quella ex Sangritana. A conti fatti quindi ci sono due/tre gallerie con binari e doppio binario che passano da contrada San Marco fino al Peticcio e al Porto. Non saranno forse troppe? Almeno per il territorio Ortonese che è un susseguirsi di fossi argillosi dietro l’altro, dove ci sono sorgenti, corsi d’acqua sotterranei, fragilità idrogeologiche. Cosa accade ad esempio quando arrivano le “bombe” di acqua in un terreno cosi inzuppato e in bilico. Insomma io penso, dei rischi.
Chi può, infatti, dire cosa sta accadendo e con quali responsabilità? Forse l’ufficio tecnico municipale ha qualche informazione? Forse Rete Italia-Ferrovie ha spiegato qualcosa e a chi? Questi ultimi come impresa avranno mai fatto qualche report sui lavori? É stato messo a disposizione della città, del Comune, del sindaco un qualche resoconto? Il primo cittadino si sarà forse posto qualche dubbio dal momento che sono parecchi anni che è amministratore della città? Forse i giornali, avranno scritto qualcosa? Negli ultimi anni non mi risulta nulla, che ci sia stato un convegno, un incontro pubblico ad esempio, insomma un qualcosa per dire: “Cari cittadini, questo il progetto, questi i lavori etc etc”. Niente di niente. E allora temo ci si affidi a qualcosa di sconosciuto ai più e personalmente come giornalista, non ne traggo un buon auspicio.
Insomma, ho formulato molti interrogativi e ne sono dispiaciuto perché avrei voluto anche mettere una certezza. L’unica purtroppo che ho, è quella che abbiamo buttato via come città anche un patrimonio naturalistico e forse per incauta distrazione nemmeno pensato seriamente ai rischi potenziali di un territorio fragile. Pensare, inoltre, che sarebbe bastato spostare la ferrovia come ha fatto San Vito, ma evidentemente, superata Ortona valgono altre leggi, altre norme, altri dubbi, altri controlli, altri divieti.
Chissà qualcuno avrà pensato che appena oltrepassato i confini di Ortona, il fare gallerie era pericoloso per treni, promontori e paesaggio, mentre da noi fila sempre tutto silenziosamente liscio. Almeno per ora.
Maurizio Piccinino