“ Circa 10 anni fa nascevano I GIOVANI ACCADEMICI, una realtà nata dall’affetto di una ventina di ragazzi, dalla loro voglia di proseguire un discorso didattico e musicale nato nel 2011 con il sottoscritto e, fondamentale, dalla loro voglia di stare insieme.
È inutile ripercorrere gli straordinari momenti che hanno caratterizzato la nostra breve vita musicale: quelli sono sotto gli occhi di tutti e sono visibili sul nostro sito, il canale youtube e quant’altro.
Pur tuttavia è giunto il momento di porre delle riflessioni importanti e tirare una linea su tutto quanto di bello è stato fatto: è innegabile che in questi 10 anni spesso mi sia sentito solo ad affrontare le sfide che ci si proponevano. Mi hanno aiutato i ragazzi, l’Accademia prestandomi i locali, le famiglie.
Ma spesso ci siamo trovati a cercare i fondi per le attività, in molti casi ho dovuto anticipare io le spese e non di rado quei soldi non mi sono mai stati rifondati, con buona pace di chi ha tentato di infamarmi mettendo in giro la voce che mi ci sono arricchito.
Non dimentico le delibere senza copertura, i contributi mai completamente pagati, i ritardi nei pagamenti. E la cosa straordinaria è questa cosa succede solo ad Ortona. Ovunque andiamo, veniamo regolarmente pagati entro massimo due settimane, ci danno quello che chiediamo senza trattare sul prezzo. Siamo un’eccellenza del territorio non solo ortonese, ma direi anche regionale.
Sono passati da noi più di 100 ragazzi, molti adesso iniziano una carriera concertistica. Sono venuti da noi ragazzi che a malapena sapevano allacciarsi le scarpe e adesso ce li contendono importanti realtà orchestrali.
Abbiamo creato un indotto sul territorio con musicisti che vengono anche da fuori regione. Siamo una realtà straordinaria, che ci invidiano in tutte le parti d’Italia.
In questi anni ci hanno rimbalzato imprenditoria locale, presunti agenti dello spettacolo, alcuni istituti di formazione musicale a cui avevo proposto una collaborazione artistica.
È questo che deve passare: non basta solo l’amministrazione della città per far crescere e prosperare una realtà ormai così importante come la nostra. Non basta perché abbiamo bisogno di qualcosa di più: è necessaria una verticalità che comprenda aziende locali, Provincia e Regione.
Se questa cosa non può avvenire, non posso fare altro che tirare i remi in barca, aprire gli occhi e smettere di continuare a sognare qualcosa che non sarà mai. Ho il mio lavoro, amo il mio lavoro, i miei ragazzi e farò quello per cui sono pagato: insegnare e suonare.
Stamattina i ragazzi vestivano solo di bianco per dare un segnale: APPARTENIAMO SOLO A NOI STESSI.
Chiunque voglia mettere una firma su quella maglia è benvenuto e sa dove trovarci.
Altrimenti si porteranno a compimento gli impegni presi per l’autunno e alla fine darò il “libera tutti”.
Siamo una risorsa importante, l’unica in Abruzzo così strutturata.
Si decida una volta per tutte cosa se ne vuole fare.
M° Paolo Angelucci