E' andata bene la raccolta di firme di Sinistra Ecologia e Libertà (circa 350 firme in due giorni: sabato pomeriggio e l'intera giornata di domenica) per chiedere le dimissioni del sindaco Vincenzo D'Ottavio.
La raccolta di firme continuerà nei prossimi giorni anche nelle contrade ortonesi e durerà fino al prossimo consiglio comunale.
“Abbiamo raccolto circa 350 firme”, spiega il segretario di Sel, Raffaele Gernone, “e continueremo così fino al giorno del prossimo consiglio comunale per portare in aula la voce di un'Ortona indignata. Purtroppo, sono tanti i cittadini che si lamentano del fatto che il cambiamento non è avvenuto”, continua, “questa è l'opinione anche di tanti giovani che sono venuti a firmare la nostra petizione perchè non vedono un futuro. Nessuno parla loro di lavoro, di ambiente. Da quello che ho potuto percepire un futuro Ortona lo vedrà alle prossime elezioni comunali dove i giovani questa volta giocheranno un ruolo veramente attivo. Al direttivo del partito di giovedì decideremo il programma della raccolta firme su tutto il territorio”.
All'iniziativa ha aderito l'ex sindaco Nicola Fratino che ha firmato il foglio, mentre a sostenere il gruppo, anche personalmente al banchetto, il consigliere regionale di Sel, Franco Caramanico.
Sull'iniziativa di Sel interviene il capogruppo consiliare del Partito Democratico Tommaso Coletti: “mentre Sel sta raccogliendo le firme, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco D'Ottavio sta lavorando alacremente. Il primo cittadino”, aggiunge, “è stato scelto dai cittadini e non attraverso una raccolta di firme che la considero un'iniziativa folkloristica. Esiste un luogo istituzionale, il consiglio comunale, dove i consiglieri comunali possono avanzare proposte e iniziative e azioni in tal senso da parte di Sel ne ho viste poche”.
“Sono contento che al capogruppo del PD Coletti non sia piaciuta la nostra petizione”, replica Gerone, “significa che siamo sulla strada giusta. Noi facciamo la politica tra la gente, facciamo opposizione sia fuori che dentro il consiglio comunale”, continua, “mentre “loro” si sono oramai chiusi nel Palazzo di Città”.