Una stanza, tanti colori, tanta voglia di emozionare attraverso le opere… questo è il magico mondo di Franco Sciusco, un artista ortonese di fama internazionale che vanta di un’esperienza di quasi quarant’anni nel mondo dell’arte.
«Ho iniziato a dipingere da ragazzino. Disegnavo tutto ciò che desideravo sperando che, disegnandoli, i miei desideri si avverassero -ci racconta l’artista- Ho avuto mio padre come maestro. Non era un professionista ma ci sapeva veramente fare. Lui amava sia la pittura che la musica. Quando tornavo a casa, adoravo vederlo dipingere; era come vedere un film. I suoi gesti, i suoi movimenti, l’opera che cresceva dentro quella piccola superficie bianca, era per me come assistere ad un miracolo. La stessa sensazione -ci racconta con emozione- me la dava quando suonava il violino; quei suoni erano parole, forme, colori».
Nel 1976 Sciusco espose per la prima volta alcuni suoi quadri durante una mostra di pittura organizzata dalla Marina Militare a Roma. Dato il grande successo delle sue opere, da quel giorno gli venne attribuito uno studio e iniziò a dipingere per la Marina Militare. Tra le opere realizzate nel corso della sua vita, tante sono quelle che hanno segnato la sua evoluzione artistica. Sono cambiate le forme e i colori ma la poesia e la parola, intesa come concetto che ogni artista dovrebbe avere, è rimasta sempre tale.
«Per me trasmettere il mio sapere equivale a dare una motivazione importante al mio lavoro e dunque è bene avere un buon rapporto con i propri allievi, come nel mio caso, anche se delle volte mi capita il/la presuntuoso/a che invece di imparare, vuole insegnare e a quel punto non c’è più spazio per loro nel mio studio».
«All’arte –conclude Sciusco– sono state date molte definizioni ma personalmente penso che l’arte sia semplicemente un nuovo giorno; tante cose da perdere e tante da scoprire. A luglio andrò a Mosca con un paio di miei lavori e inoltre un importante museo mi ha richiesto un’opera che attualmente è in fase di progettazione; per il resto aspettiamo domani, il nuovo giorno».