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LE PAROLE PERICOLOSE E DISCRIMINATORIE DELLA VICE SINDACA DI ORTONA

KARL MARX OSSERVO' : " LA STORIA SI RIPETE SEMPRE DUE VOLTE , LA PRIMA VOLTA COME TRAGEDIA , LA SECONDA COME FARSA "

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LE PAROLE PERICOLOSE E DISCRIMINATORIE DELLA VICE SINDACA DI ORTONA.
 
Sotto il simbolo della “Città Ideale. Castiglione sindaco”, la vice sindaca di Ortona, Cristiana Canosa in un post di risposta ad un cittadino che chiedeva spiegazioni sulla chiusura di una fontanella di Fontegrande, in piazza 28 dicembre, scrive su facebook: “Molti residenti ci hanno chiesto di chiudere la fontana perché favoriva lo stallo degli zingari che la usavano per lavarsi”. Sulle parole della vice sindaca (esponente della sinistra ortonese e regionale) è possibile fare qualche considerazione.
 
La prima d’obbligo e di natura giuridica.
La Cassazione con sentenza n. 41819/2009, ha confermato la condanna a 2 mesi di reclusione, con la sanzione accessoria di divieto di partecipare in qualsiasi forma ad attività di propaganda elettorale per le elezioni politiche ed amministrative per anni tre (violazione dell’art. 3, della legge n. 654 del 1975 e successive modifiche per “discriminazione, odio e violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”), inflitta all’allora sindaco di Verona, in concorso con altri sodali, per l’affissione di manifesti sui muri della città del seguente tenore: “No ai campi nomadi. Firma anche tu per mandare via gli zingari”.
 
Se qualcuno viola una norma, come il lavarsi in una fontana, gli viene impedito e paga una sanzione. Le leggi, però, vanno rispettate sempre e da tutti, senza inutili e pericolose discriminazioni etniche.
 
La seconda considerazione riguarda un'altra occasione in cui come addetta stampa della Provincia di Chieti, la signora Canosa scrisse su un documento - un depliant promozionale dei Centri per l’impiego - poi firmato incautamente dall’allora presidente Tommaso Coletti: “Non ricordo dove lessi questa frase, ma fu una di quelle citazioni che ti fulminano all’istante perché raccontano un’immensa verità”. Le parole erano: “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi) posta in cima ai cancelli di Auschwitz. Il fatto, poi, ebbe come strascico le scuse della Regione Abruzzo all’ambasciata di Israele.
 
Nessuno, come dovrebbe sapere la vice sindaca, può discriminare un’altra persona per il colore della pelle, per la nazionalità, l’etnia, o le preferenze sessuali.
 
Inoltre, è da registrare il silenzio di chi, come l'Anpi di Ortona, in campagna elettorale temeva che la vittoria del candidato sindaco Ilario Cocciola, in apparentamento elettorale con l’esponente di Fratelli d’Italia, Angelo di Nando, sarebbe stata una sorta di sfregio ad una Città colpita dalla guerra e liberata dai nazisti dalle truppe Alleate. Così, criticando l’intesa si sottolineò il timore che quello schieramento avesse forze in sé che: “non riconoscono il 25 Aprile 1945 come data fondante della Repubblica italiana sancita dal Referendum del 2 Giugno 1946”. Una nota che era certo un assist allo schieramento del candidato sindaco Castiglione e della Città Ideale della vice Canosa.
 
Per una certa ironia della storia la piazza della fontanella in questione è intitolata al “28 dicembre”, data di liberazione di Ortona.
Il giovane filosofo Karl Marx nella sua declinazione idealista, osservò: “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.
 
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