Il 3, 4 e 5 novembre 2023, presso la Sala Eden di Ortona, avrà luogo il Convegno internazionale di studi Francesco Paolo Tosti e la romanza tra Otto e Novecento, cui interverranno i più importanti studiosi del campo delle più prestigiose istituzioni culturali europee.
Fortemente voluto dal Presidente, avv.to Remo Di Martino,
dal Consiglio d'Amministrazione e dal Direttore artistico, M° Maurizio Torelli,
con il sostegno del Comune di Ortona, della Regione Abruzzo, del MiC e guidato da un Comitato Scientifico composto da Vincenzo Borghetti (Università degli studi di Verona), Diana de Francesco (Istituto Nazionale Tostiano), Alberto Mammarella (Conservatorio statale di musica "L. d'Annunzio" di Pescara) e Maurizio Torelli (Istituto Nazionale Tostiano), il convegno affronterà temi e questioni della musica vocale da camera, spaziando intorno alle tematiche più urgenti del panorama musicologico attuale.
Nella ricca offerta dell'ente in occasione delle celebrazioni per i quarant'anni di attività,
Programma Autunnale 2023 Is... by ON
l'evento ha il patrocinio delle più importanti istituzioni accademiche regionali, tra le quali il Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell'Università di Teramo, quello di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell'Università degli studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, e dell'Alta Formazione Musicale rappresentata dal Conservatorio statale di musica "L. d'Annunzio" di Pescara, dal Conservatorio statale di musica "Alfredo Casella" dell'Aquila e dall'Istituto Statale Superiore di Studi Musicali e Coreutici "Gaetano Braga" di Teramo. L'ingresso è libero.
- * Gli orari e il programma degli interventi del convegno
Paola Besutti (Università degli studi di Teramo)
Francesco Paolo Tosti: studi e prospettive
Organizzatore, promotore di cultura musicale, acclamato tenore,
desiderato didatta e compositore di successo, Francesco
Paolo Tosti (Ortona 1846 - Roma, 1916) è stato oggetto di numerosi
studi, sistematici o episodici. Dedicargli oggi un convegno
internazionale di approfondimento significa non solo fare il punto
sullo stato dell'arte o evidenziare le zone d'ombra ancora da illuminare,
ma soprattutto connettere le ricerche a lui dedicate
con temi musicologici a loro volta progrediti e con metodologie
di ricerca mutate dall'uso più intelligente ed estensivo delle nuove
tecnologie, applicate alle digital humanities. Il suo ruolo nella
vita musicale nel secondo Ottocento può essere anzitutto meglio
valutato alla luce di una considerazione decisamente più avanzata
del vasto alveo della lirica vocale da camera italiana. In secondo
luogo, il lavoro di raccolta documentaria pazientemente
portato avanti dall'Istituto Nazionale Tostiano, che rende la ricerca
più agevole, potrà essere ulteriormente potenziato dalle
tecnologie. Dopo uno sguardo d'insieme su questi temi, ci si chiederà,
infine, se l'alleanza fra ricerca scientifica e la ricerca artistica
possa trovare proprio in Tosti un soggetto privilegiato di
applicazione e di fruizione ampia e non solo specialistica.
Fabio Danelon (Università degli studi di Verona)
Musica tra le righe. Il romanzo ‘da camera’ a cavaliere del secolo
L'intervento affronterà la presenza e le modalità d'uso della
musica "da camera" nel romanzo a cavaliere del secolo, proponendo
qualche approfondimento critico su scene narrative particolarmente
eloquenti.
Barbara Lazotti
I Solfèges di F.P. Tosti tra strumento didattico e romanza
Una grande parte della vita di F. P. Tosti, forse la piùconsistente,
èstata dedicata all’insegnamento del canto. Se ne conoscono gli
esiti dai commenti dei suoi illustri allievi ma non molto sulle metodologie
applicate. L’unica testimonianza diretta sono i 50 Petites
Solfèges pour le medium del la voix pubblicati a Londra da
Enoch nel 1892 che, nella sua unicità, richiede un approfondimento
su possibili risvolti didattici finora poco indagati. Al di là
delle probabili pressioni editoriali e del mercato, perché Tosti
avverte la necessità di scrivere un'opera didattica quando nello
stesso periodo in Italia vi sono decine di trattati e raccolte analoghe?
In che cosa si differenziano i suoi “solfeggi” da quelli coevi
dal punto di vista tecnico, esecutivo e musicale? Ho cercato di rispondere
a queste domande mettendo a confronto i Solfèges con
i metodi dello stesso periodo pubblicati da autori appartenenti
alla “Scuola napoletana” e che quindi hanno condiviso con Tosti
gli anni di studio e i sistemi della formazione. Mettendo a frutto
oltre trenta anni di insegnamento del Canto nei Conservatori e la
approfondita conoscenza delle Romanze di Tosti, sono scaturite
alcune riflessioni che possono essere di ausilio per una ulteriore
conoscenza del Maestro.
Marco Beghelli (Università degli studi “Alma Mater Studiorum”
di Bologna)
Le registrazioni tostiane di Alessandro Moreschi
Ogni qualvolta si ascoltano le poche registrazioni discografiche di
musica sacra lasciateci da Alessandro Moreschi (1858-1922),
l'unico cantante castrato di cui abbiamo oggi testimonianze sonore,
giustifichiamo la nostra insoddisfazione sul piano stilistico
sottolineando che l'artista era figlio del suo tempo e non aveva
probabilmente cognizioni particolari sul canto antico, essendo
cresciuto nel mondo dei salotti romani fin de siècle. Sarà allora
questa l'occasione per mettere una volta sotto il microscopio proprio
le registrazioni salottiere di Moreschi, con particolare attenzione
a due romanze di Tosti: Ideale e Preghiera
Susan Rutherford (University of Cambridge)
“Goodbye, for ever!”: Tosti, Vocal Pedagogy and Musical Migration
In 1880, Francesco Paolo Tosti wrote what became for British
audiences one of his most well-known songs: ‘Goodbye!’. The lyrics
by the novelist George J. Whyte-Melville depict a lovers’ parting—
final, hopeless and irrevocable—and they provoked a
desperate plangency in Tosti’s music that spoke to audiences across
the ensuing decades. Nellie Melba would record the song in 1907
with a hushed poignancy; on the other side of the Atlantic, Deanna
Durbin’s memorable version in Because of Him (1946) offset emotion
with a deliberately overblown, comedic rendition. But one
wonders what significance the sentiment of farewell held for Tosti
himself. He had become the latest in a long line of Italian musicians—
predominantly singers and singing-teachers—who had
settled in Britain since Pietro Reggio’s arrival in 1664. While in the
nineteenth century Italian dominance over ideas of singing in British
musical life was increasingly challenged by other national
schools including attempts to develop an ’English school of singing’,
for Queen Victoria Italian vocal traditions continued to be
pre-eminent. In her early adulthood, she was taught for over two
decades by Luigi Lablache. Now, in the last years of her life, Tosti
would take up a similar position for her children: as tutor, accompanist
and singer. And as composer: of all the Italian singing
teachers who came to Britain, Tosti was by far the most successful
in terms of the popularity of his songs across social divides. His
fame and fortune were cemented in British citizenship in 1906; he
was knighted two years later. But at what cost? Only after the event
did Tosti realise the act of naturalisation had unintentionally led to
a decisive rupture in his Italian citizenship: that phrase ‘Goodbye,
for ever!’ had suddenly become a personal and unpleasant actuality.
He would spend his final years unmaking that formalised valediction
to his homeland, retiring to Italy in 1912. In this paper,
I will be exploring some aspects of Tosti’s pedagogical methods
and his influence on British musical life, as well as other consequences
of musical migration.
Mathieu Schneider (University of Strasbourg)
A comparative approach of Tosti’s and Viardot’s compositions
of the 1870s and 1880s
In 1878, Pauline Viardot published her Chansons populaires toscanes;
a year later, Francesco Tosti composed his Canti popolari
abbruzesi. Although these two collections belong to different traditions
- French in one case, Italian in the other - they nonetheless
reflect a reality of the 1870s: the arrival of collections of popular
songs and the desire to make these repertoires heard in the salons
or in concert. This paper will begin with a comparative study of
these two collections, looking at the differences between French
and Italian romance in the 1870s and 1880s. The comparison will
extend to some of Tosti's romances on French poems and to Viardot's
romance collections. It will be based in particular on the different
versions of the poem 'Les Filles de Cadix' by Alfred Musset,
in which the differences in the melodic and harmonic treatment of
Italian and learned romances can be found, as well as the local
Spanish colour, which was very fashionable in Europe at the time.
Alberto Mammarella (Conservatorio statale di Musica “Luisa
D’Annunzio” di Pescara)
Nella ‘bottega’ di Tosti: il processo compositivo attraverso i suoi
schizzi ed abbozzi
La corposa produzione di Francesco Paolo Tosti è stata fino ad
oggi variamente studiata ed analizzata partendo sempre e soltanto
dall’edizione a stampa del corpus tostiano.
Presso l’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona si conservano due
preziosissimi faldoni di schizzi ed abbozzi tostiani inediti e mai studiati
fino ad oggi appartenenti al Fondo “Pontecorvo Di Segni” ed
alla donazione “Marie Hélène Verrue de Malavois”. Si tratta di una
serie di materiali molto eterogenei che rappresentano momenti diversi
del percorso creativo di Tosti: abbozzi di melodie di versi poetici,
formulazione di diversi tipi di accompagnamenti pianistici,
frammenti di romanze con numerose cancellature e riscritture,
schizzi di piccole linee melodiche, abbozzi e schizzi diversi di una
stessa romanza, frammenti aggiunti successivamente a romanze già
date alle stampe, abbozzi e schizzi di melodie con numerosi ripensamenti
in termini di intervalli vocali mirati alla ricerca di ben precise
suggestioni o effetti sonori, etc.
Le fasi del processo attraverso cui Tosti perveniva dalla prima idea
di una nuova romanza alla sua completa realizzazione e ‘definizione’
per la stampa non sono mai state indagate prima d’ora. Lo
studio degli schizzi ed abbozzi tostiani permette di fornire un primo
e nuovo tassello del processo compositivo di Francesco Paolo Tosti
che appare essere ricco di particolari interessanti e traccia un percorso
che dalla melodia si rivolge all’accompagnamento pianistico
indipendentemente dal fatto che l’idea musicale nasca in presenza
o assenza di testo poetico da musicare.
Daniele Palma (Università degli studi “Alma Mater Studiorum” di
Bologna)
«A means of vent for sentimental expression»: presenze discografiche
e pratiche performative tostiane in era acustica
È parere trasversale a media studies, sociologia e musicologia
che l’affermazione commerciale della fonografia e dei suoi prodotti
sia avvenuta per progressivi slittamenti o assorbimenti in chiave mediale
di idee, pratiche, e contesti di fruizione musicali preesistenti,
ovvero mediante l’inscrizione del nuovo medium all’interno di “tecniche
culturali” già ampiamente consolidate. La tradizione della romanza
da salotto non fu esente da questi processi, in ragione delle
peculiari forme di sociabilità a essa legate, oltreché della sua rilevanza
nei multiformi ambiti del music making amatoriale. Ragionando
in questa chiave, nella mia relazione mi propongo due
obiettivi: in primo luogo, intendo offrire una panoramica della produzione
discografica delle romanze tostiane, con particolare riferimento
all’era acustica. A partire da una ricognizione dei cataloghi
delle maggiori case internazionali (Victor, Gramophone/His Master’s
Voice, Columbia, e Fonotipia), cercherò di qualificare le presenze
tostiane in relazione sia agli interpreti selezionati dal mercato,
sia soprattutto ad ambiti ‘minori’ di produzione, quali i dischi di
accompagnamento pianistico o i dischi ‘economici’ di piccolo formato.
Una seconda parte della relazione sarà invece dedicata alle
pratiche performative: mediante l’analisi di alcune incisioni di
grande successo — tra cui quelle di Good-Bye, Mattinata e Ideale
— intendo mostrare come, al netto di alcuni tratti specifici, la vocalità
impiegata per il repertorio tostiano non si discostasse nettamente
da quella operistica, consolidando piuttosto i caratteri
generali di una ‘voce fonografica’ all’epoca ampiamente dibattuta.
Marco Ladd (King’s College London)
Romanze on Record: Locating Tosti in the Light Music Era
At the time of Francesco Paolo Tosti’s death in 1916, the Italian
bourgeois drawing room was still regularly host to refined forms of
domestic music-making, epitomized by the elegant romanze da salotto
that had been Tosti’s compositional trademark. Yet such spaces
were increasingly graced with a new, consumeristic marker of
status: the gramophone. Indeed, gramophones remained prohibitively
expensive for all but the wealthiest consumers until after 1930,
while the sale and purchase of records was an equally elite affair; catalogues
for both Italian record companies (Fonotipia, Fonotecnica)
and the Italian branches of foreign multinationals (La voce del padrone,
Columbia) were dominated by opera above all, though year
on year the recorded footprint of popular music grew ever bigger.
Tosti’s compositions—short, self-contained essays in an Italianate
vocal idiom—might therefore seem well suited to the demands of
the new market for recorded sound. Yet as I shall discuss in this
paper, the Tostian romanza is surprisingly rare in contemporary
record catalogues. Prominent among those songs that were put
to disc is Tosti’s famed Neapolitan song ‘Marechiare’, which was,
however, marketed inconsistently under ever-changing labels: sometimes
as a romanza, sometimes as a canzone italiana or canzonetta
napoletana, even though these categories were porous
to more modern popular song and dance styles which had little
to do with Tosti’s idiom. The equivocal position of the Tostian romanza
in an era increasingly turning to the consumption of musica
leggera is revealing, I argue, inasmuch as it highlights how
an increasingly globalized popular music industry was destabilising
hierarchies of genre and style, in Italy and elsewhere.
Ditlev Rindom (King’s College London)
Tosti’s Intimacies: Private Song and Mass Publics in London’s
Fine Secolo
From his arrival in London in 1875, Tosti was a central figure
in the city’s aristocratic salons as well as highly successful on
the domestic music market. His compositions moreover included
a significant number of songs to English texts, most now largely
forgotten in favour of the Italian romanze including settings
of D’Annunzio. Yet the success of these English settings in their
original London context sheds significant light on nineteenthcentury
cultures of intimacy: Tosti achieving success as a composer
of salon music ultimately aimed at a mass market in what
was then the world’s leading global and colonial metropolis. Focusing
on the performance and reception history of a few select
songs – including “Parted”, “Goodbye!” and “My love and I” –
and drawing on work by Phyllis Welliver, Sophie Fuller, Derek
Scott and others, this paper asks what we might learn about the
Victorian liberal subject from the popularity of songs focused
on sentiment, love and grief.
Diana de Francesco (Istituto Nazionale Tostiano)
Tosti ‘abruzzese’. Romanza e canzone popolare a confronto
Francesco Paolo Tosti vanta una produzione di romanze di
tutto rispetto, con un catalogo ampio e molto variegato. Il numero
importante di brani composti ha comportato una continua
variazione della struttura formale, caratteristica che si
riscontra in linea generale in tutta la produzione vocale da camera.
Caratteristica, tuttavia, che sembra ridursi sensibilmente
nella produzione regionale, come già dimostrato per il repertorio
in lingua napoletana. L’intervento mira, quindi, ad ampliare
gli studi sul repertorio approfondendo quello abruzzese, al fine
di consolidare l’ipotesi di un ‘sottogenere stilistico popolare’,
contestualizzandolo nell’ambito del progetto culturale di fine Ottocento
di fondazione di una ‘cultura abruzzese’, di cui la produzione
regionale di Tosti è parte fondamentale.
Emilio Sala (Università degli studi di Milano Statale)
“Torna, caro ideal! E il biopic italiano nel Trentennio
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi su biopic di carattere
musicale e in particolare sul quello italiano della "golden
age" (Casadio 1995, Bono 2004, Scognamiglio 2011, Maganzani
2017, Caputo 2021, Seminara 2023, Danieli 2023). Con
quest'ultima definizione Giuliano Danieli si è riferito al periodo
compreso tra la data della prima edizione del film Casta Diva di
Carmine Gallone (1935) e quella del suo remake (1954), un
periodo di cui Franco Fabbri (2017) ha sottolineato l'omogeneità
culturale e che ha chiamato "il Trentennio". Il mio intervento
vuole proporre una lettura di uno dei biopic musicali più
trascurati della "golden age" italiana: Torna, caro ideal! di Guido
Brignone (1939) che, dedicato a Paolo Tosti, presenta un nodo
ideologico, tra vicende biografiche e sublimazione artistica, abbastanza
rappresentativo di tutto il genere.
- * agg. da p.f. I.N.T.