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“ Francesco Paolo Tosti e la romanza tra Otto e Novecento “

La seconda giornata del Convegno internazionale dell'Istituto Nazionale Tostiano: “ Francesco Paolo Tosti e la romanza tra Otto e Novecento “

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Sabato 4 novembre, nella  Sala Eden di Ortona,  si sono tenute altre due sessioni del  Convegno internazionale di studi “ Francesco Paolo Tosti e la romanza tra Otto e Novecento”.

Tre giorni per parlare di Francesco Paolo Tosti e la romanza tra Otto e Novecento,  con interventi di  importanti studiosi del campo, provenienti delle più prestigiose istituzioni culturali europee.

“ Riaprire la discussione su Tosti e la romanza a seguito del precedente convegno del convegno del 1996 “  questi gli obiettivi del convegno come sottolineato da Diana De Francesco 

curatrice dell'organizzazione del convegno,  al microfono di Anna Maria de Grandis, nell’intervista realizzata con la Dpe Video di Ortona

 

( clicca sulla foto con il bordo colorato per vedere l'intervista ) 

 

Il convegno organizzato dall'Istituto Nazionale Tostiano si è articolato in quattro sessioni: venerdì 3 novembre, dalle 14,40 alle 18, sabato 4 novembre  ,  nella mattinata, dalle 9,30 alle 13, nel pomeriggio, dalle 14:30 alle 18  e l'ultima domenica dalle 10 alle 13.

Come poi illustrato da  Diana de Francesco, 

Nella sessione della mattina  

presieduta da  Giorgio Paganone 

questi i relatori 

 Marco Beghelli (Università degli studi “Alma Mater Studiorum”
di Bologna)


Le registrazioni tostiane di Alessandro Moreschi .Ogni qualvolta si ascoltano le poche registrazioni discografiche di musica sacra lasciateci da Alessandro Moreschi (1858-1922),
l'unico cantante castrato di cui abbiamo oggi testimonianze sonore, giustifichiamo la nostra insoddisfazione sul piano stilistico sottolineando che l'artista era figlio del suo tempo e non aveva probabilmente cognizioni particolari sul canto antico, essendo cresciuto nel mondo dei salotti romani fin de siècle. Sarà allora questa l'occasione per mettere una volta sotto il microscopio proprio le registrazioni salottiere di Moreschi, con particolare attenzione a due romanze di Tosti: Ideale e Preghiera.

 

Susan Rutherford (University of Cambridge)
 

 

 

“Goodbye, for ever!”: Tosti, Vocal Pedagogy and Musical Migration In 1880, Francesco Paolo Tosti wrote what became for British audiences one of his most well-known songs: ‘Goodbye!’. The lyrics by the novelist George J. Whyte-Melville depict a lovers’ parting— final, hopeless and irrevocable—and they provoked a desperate plangency in Tosti’s music that spoke to audiences across the ensuing decades. Nellie Melba would record the song in 1907 with a hushed poignancy; on the other side of the Atlantic, Deanna
Durbin’s memorable version in Because of Him (1946) offset emotion with a deliberately overblown, comedic rendition. But one wonders what significance the sentiment of farewell held for Tosti himself. He had become the latest in a long line of Italian musicians— predominantly singers and singing-teachers—who had settled in Britain since Pietro Reggio’s arrival in 1664. While in the nineteenth century Italian dominance over ideas of singing in British musical life was increasingly challenged by other national
schools including attempts to develop an ’English school of singing’, for Queen Victoria Italian vocal traditions continued to be
pre-eminent. In her early adulthood, she was taught for over two decades by Luigi Lablache. Now, in the last years of her life, Tosti would take up a similar position for her children: as tutor, accompanist and singer. And as composer: of all the Italian singing teachers who came to Britain, Tosti was by far the most successful in terms of the popularity of his songs across social divides. His fame and fortune were cemented in British citizenship in 1906; he was knighted two years later. But at what cost? Only after the event did Tosti realise the act of naturalisation had unintentionally led to a decisive rupture in his Italian citizenship: that phrase ‘Goodbye, for ever!’ had suddenly become a personal and unpleasant actuality.
He would spend his final years unmaking that formalised valediction to his homeland, retiring to Italy in 1912. In this paper, I will be exploring some aspects of Tosti’s pedagogical methods and his influence on British musical life, as well as other consequences of musical migration.

 

Mathieu Schneider (University of Strasbourg)
 

A comparative approach of Tosti’s and Viardot’s compositions of the 1870s and 1880s In 1878, Pauline Viardot published her Chansons populaires toscanes;
a year later, Francesco Tosti composed his Canti popolari abbruzesi. Although these two collections belong to different traditions - French in one case, Italian in the other - they nonetheless reflect a reality of the 1870s: the arrival of collections of popular songs and the desire to make these repertoires heard in the salons or in concert. This paper will begin with a comparative study of these two collections, looking at the differences between French and Italian romance in the 1870s and 1880s. The comparison will extend to some of Tosti's romances on French poems and to Viardot's romance collections. It will be based in particular on the different versions of the poem 'Les Filles de Cadix' by Alfred Musset,
in which the differences in the melodic and harmonic treatment of Italian and learned romances can be found, as well as the local  Spanish colour, which was very fashionable in Europe at the time.

 

 

Emilio Sala (Università degli studi di Milano Statale)
 

“Torna, caro ideal! E il biopic italiano nel Trentennio
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi su biopic di carattere musicale e in particolare sul quello italiano della "golden age" (Casadio 1995, Bono 2004, Scognamiglio 2011, Maganzani 2017, Caputo 2021, Seminara 2023, Danieli 2023). Con quest'ultima definizione Giuliano Danieli si è riferito al periodo compreso tra la data della prima edizione del film Casta Diva di Carmine Gallone (1935) e quella del suo remake (1954), un periodo di cui Franco Fabbri (2017) ha sottolineato l'omogeneità culturale e che ha chiamato "il Trentennio". Il mio intervento vuole proporre una lettura di uno dei biopic musicali più trascurati della "golden age" italiana: Torna, caro ideal! di Guido Brignone (1939) che, dedicato a Paolo Tosti, presenta un nodo ideologico, tra vicende biografiche e sublimazione artistica, abbastanza rappresentativo di tutto il genere.

 

Nella sessione pomeridiana 

presieduta da

Vincenzo Borghetti 

questi i relatori 

Daniele Palma (Università degli studi “Alma Mater Studiorum” di
Bologna)

! 1.2 seguito clicca quì 

«A means of vent for sentimental expression»: presenze discografiche e pratiche performative tostiane in era acustica
È parere trasversale a media studies, sociologia e musicologia che l’affermazione commerciale della fonografia e dei suoi prodotti
sia avvenuta per progressivi slittamenti o assorbimenti in chiave mediale di idee, pratiche, e contesti di fruizione musicali preesistenti, ovvero mediante l’inscrizione del nuovo medium all’interno di “tecniche culturali” già ampiamente consolidate. La tradizione della romanza da salotto non fu esente da questi processi, in ragione delle peculiari forme di sociabilità a essa legate, oltreché della sua rilevanza nei multiformi ambiti del music making amatoriale. Ragionando in questa chiave, nella mia relazione mi propongo due
obiettivi: in primo luogo, intendo offrire una panoramica della produzione discografica delle romanze tostiane, con particolare riferimento all’era acustica. A partire da una ricognizione dei cataloghi delle maggiori case internazionali (Victor, Gramophone/His Master’s Voice, Columbia, e Fonotipia), cercherò di qualificare le presenze tostiane in relazione sia agli interpreti selezionati dal mercato, sia soprattutto ad ambiti ‘minori’ di produzione, quali i dischi di accompagnamento pianistico o i dischi ‘economici’ di piccolo formato.
Una seconda parte della relazione sarà invece dedicata alle pratiche performative: mediante l’analisi di alcune incisioni di grande successo — tra cui quelle di Good-Bye, Mattinata e Ideale — intendo mostrare come, al netto di alcuni tratti specifici, la vocalità impiegata per il repertorio tostiano non si discostasse nettamente da quella operistica, consolidando piuttosto i caratteri generali di una ‘voce fonografica’ all’epoca ampiamente dibattuta.

 

 

Marco Ladd (King’s College London)

 


Romanze on Record: Locating Tosti in the Light Music Era At the time of Francesco Paolo Tosti’s death in 1916, the Italian bourgeois drawing room was still regularly host to refined forms of domestic music-making, epitomized by the elegant romanze da salotto that had been Tosti’s compositional trademark. Yet such spaces were increasingly graced with a new, consumeristic marker of status: the gramophone. Indeed, gramophones remained prohibitively expensive for all but the wealthiest consumers until after 1930, while the sale and purchase of records was an equally elite affair; catalogues for both Italian record companies (Fonotipia, Fonotecnica) and the Italian branches of foreign multinationals (La voce del padrone, Columbia) were dominated by opera above all, though year on year the recorded footprint of popular music grew ever bigger. Tosti’s compositions—short, self-contained essays in an Italianate vocal idiom—might therefore seem well suited to the demands of

 

Ditlev Rindom (King’s College London)

! 3.1 seguito clicca qui


Tosti’s Intimacies: Private Song and Mass Publics in London’s Fine Secolo
From his arrival in London in 1875, Tosti was a central figure in the city’s aristocratic salons as well as highly successful on the domestic music market. His compositions moreover included a significant number of songs to English texts, most now largely forgotten in favour of the Italian romanze including settings of D’Annunzio. Yet the success of these English settings in their original London context sheds significant light on nineteenthcentury cultures of intimacy: Tosti achieving success as a composer
of salon music ultimately aimed at a mass market in what was then the world’s leading global and colonial metropolis. Focusing on the performance and reception history of a few select songs – including “Parted”, “Goodbye!” and “My love and I” – and drawing on work by Phyllis Welliver, Sophie Fuller, Derek Scott and others, this paper asks what we might learn about the Victorian liberal subject from the popularity of songs focused on sentiment, love and grief.

( ! = ci sono anomalie nella sequenza dei video ) 

 

per vedere gli interventi della prima giornata 

(Clicca sulla foto per leggere )

 

Gli orari e il programma degli interventi del convegno

vedi anche 

(Clicca sulla foto per leggere )

Il convegno è parte della ricca offerta dell'Istituto Nazionale Tostiano  allestita  in occasione delle celebrazioni per i quarant'anni di attività.

 

Clicca qui per vedere la presentazione del programma autunnale 2023 

 

 

 

 

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