«Il contratto di fiume rappresenta una vera e propria strategia di pianificazione del territorio e di programmazione degli interventi da realizzare». Così Angelo Radica, sindaco di Tollo, Comune capofila del contratto di fiume Arielli, ha presentato questo importante strumento chiamato a tutelare e migliorare la qualità delle acque del corso fluviale e prevenire i rischi di natura idraulica. Oggi pomeriggio, alla Sala Eden di Ortona, si è tenuto il terzo incontro di ascolto e condivisione con cittadini e portatori di interesse per approfondire i temi della rinaturalizzazione, difesa e valorizzazione dell’Arielli. Un contratto che unisce sette centri: Tollo, Ortona, Canosa Sannita, Crecchio, Orsogna, Arielli e Poggiofiorito. A tal proposito Radica ha sottolineato l’importanza di avere una visione comune: «Gli interventi che verranno proposti entro il 31 ottobre, condivisi con un partenariato più largo possibile e con i sindaci, devono riguardare l’intera asta fluviale».
Ad entrare più nel dettaglio tecnico ci ha pensato l’architetto Massimiliano Caraceni, in qualità di Rup e responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Tollo. «Lo scorrimento della graduatoria ha permesso al contratto di fiume Arielli di ricevere un finanziamento regionale di 50mila euro», ha spiegato, «Un contributo che ha dato vita a un processo di programmazione partecipata e che porterà a un piano di azione». Quello di Ortona, infatti, è il terzo incontro dopo gli appuntamenti che si sono svolti a Tollo e Arielli. Un quarto forum, inoltre, è previsto a Orsogna il prossimo 14 ottobre.
Alla Sala Eden era presente anche Giuseppe Pomposo, responsabile Res-Gea, società incaricata del riconoscimento del contratto di fiume. «Tutto l’iter di riunioni e raccolta di informazioni servirà a far partire il contratto di fiume», ha evidenziato. Si arriverà quindi a definire dei piani di azione, ossia «la trasposizione sotto forma di progetti di tutte le idee, di tutte le criticità e necessità che stanno emergendo e sono emerse anche attraverso questi incontri», ha aggiunto Pomposo. «Ogni criticità diventerà una scheda con la quale, attraverso lo stesso contratto di fiume, verranno eventualmente richiesti dei finanziamenti regionali o europei».
La Regione Abruzzo sta investendo molto sulla tematica, tanto che quella di Ortona ha rappresentato «un’altra tappa di avvicinamento alla conclusione, che pensiamo di raggiungere entro il 31 ottobre, di avere sedici contratti di fiume sottoscritti sul territorio regionale», ha commentato Patrizio Schiazza, in rappresentanza della Regione stessa e componente del tavolo nazionale sui contratti di fiume. «È la certificazione dell’articolazione che la Regione Abruzzo ha dato per far sì che i nostri fiumi possano raggiungere lo stato di qualità buono, come previsto dalla normativa europea e come fa bene alla costa per la balneabilità».
In rappresentanza del Comune di Ortona hanno presenziato il sub commissario della città, Gianfranco Attili, e l’ingegnere Silvano Sgariglia, responsabile del settore lavori pubblici, mobilità e patrimonio dell’ente. «Si è trattato di un appuntamento importante sotto due aspetti», sono state le parole proprio del sub commissario Attili. «Il primo è relativo al recupero del fiume e delle sue caratteristiche. Tra l’altro Ortona è attraversata dalla parte finale dell’asta fluviale, quindi siamo interessati fortemente affinché arrivino acque il più pulite possibile alla foce. Il secondo aspetto da rimarcare è che il contratto di fiume unisce gli enti locali e questo è importante perché da soli non si potrebbe riuscire a fare lo stesso».