Le imprese che operano sul porto, riunitesi in Rete Portuale da marzo 2012, hanno chiesto alle Istituzioni e a tutti gli organismi interessati di realizzare un nuovo piano regolatore portuale che possa soddisfare le loro esigenze e quelle di tutta la città. Si tratta di un investimento importante di circa 600milioni di euro.
Recentemente, una delegazione della rete portuale ha incontrato il sindaco Vincenzo d'Ottavio e l'assessore alle attività produttive e al porto, Maria D'Alessandro, per chiedere loro di partecipare alle discussioni, ai tavoli, sul nuovo prg portuale ancora in fase di progettazione.
“Gli operatori del porto e il porto”, spiega il presidente della rete portuale, Barbara Napoliello, “hanno bisogno non tanto di un progetto faraonico e difficilmente realizzabile quanto di interventi più pratici e più logici. Ad esempio, la Rete chiede con forza alle istituzioni locali che si facciano portavoce presso competenti sulla necessità di riprendere, urgentemente, il dragaggio dell'imboccatura dello scalo ortonese sospeso quasi un anno fa e che ad oggi blocca di fatto l'ulteriore sviluppo di questa area”. E' previsto un confronto tecnico con i progettisti del prg portuale e l'amministrazione comunale anche perchè l'iter per l'approvazione dell'importante strumento è ancora in itinere infatti le osservazioni al piano sollevate un anno fa dal Comitato Porto e recepite dalla precedente amministrazione comunale devono essere ancora calate cartograficamente nello stesso. Un'operazione tecnica che deve essere effettuata dai progettisti e il Comune deve finire di confezionare tutto l'impianto per quanto gli compete.
L'autorità competente ad adottare il piano regolatore portuale è la Capitaneria di Porto.
Tornando alla Rete Portuale, questa si impegnerà a fare sintesi delle istanze degli imprenditori membri e si porrà come interlocutore unico nei confronti delle istituzioni e delle autorità competenti per trasformare le tanto decantate potenzialità del porto in opportunità e quindi ad accrescere il suo potere contrattuale. Ora, la Rete sta perseguendo due strade: una interna attraverso investimenti sul patrimonio umano delle aziende, proprio con dei corsi di formazione del personale: inglese di base, avanzato, strategie di internazionalizzazione, sicurezza marittima e altro. E un percorso esterno attraverso la promozione del porto di Ortona come un vero e proprio prodotto da posizionare sui mercati obiettivo.