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Storie di donne nelle carceri iraniane nel libro “Non si può incatenare il sole” ed. Menabò

La scrittrice Dacia Maraini presenta il libro di Puoran Najafi e Hengameh Hajassan sabato 8 novembre al Pisa Book Festival

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L’integralismo islamico al potere ha cambiato la storia dell’Iran e del mondo intero e la notizia dell’arresto e della detenzione a Teheran di Ghoncheh Ghavami ragazza anglo-iraniana colpevole di essere andata a vedere una partita di pallavolo maschile ed ancor di più quella relativa all'esecuzione di Reyhaneh Jabbari,  la ragazza giustiziata aver ucciso il suo stupratore, sono soltanto le ultime notizie relative ai tentativi vani di donne che hanno tentato di ribellarsi ad un regime che punisce ed insanguina ogni forma di dissidenza.

Tra le storie di donne che con coraggio hanno scelto di sfidare il regime iraniano c’è il racconto di  Puoran Najafi e Hengameh Hajassan due giovani ragazze che  nonostante le spaventose torture, trovano nei loro ideali di libertà e democrazia la forza per resistere e il libro “Non si può incatenare il sole. Storie di donne nelle carceri iraniane”, edito dalla Menabò, tradotto da Esmail Mohades (autore per la Menabò di “Una voce in capitolo. Storia del popolo dell’Iran”) è il racconto-testimoninza dell'arresto e della vita nelle carceri delle ragazze, colpevoli di aver partecipato con entusiasmo al destino del proprio paese.

Dal racconto delle donne si evince come ormai sia sempre più evidente che le vittime dell’integralismo islamico sono le donne iraniane che maggiormente lo combattono. Dalle storie dure e drammatiche riportate nel libro trapela la speranza sempre presente di poter sconfiggere la tirannia l’arbitrio che governano ancora l’Iran e che consente ai ribelli di  tenere  vivo il sogno di libertà e democrazia, l’unico che li aiuta e da loro la forza per pagare il prezzo del sacrificio della vita.

Il libro sarà presentato al Pisa Book Festival sabato 8 novembre alle ore 11,00 dalla scrittrice Dacia Maraini che ne ha curato la prefazione.

“La testimonianza di due giovani donne iraniane, coraggiose per amore di libertà. Due donne che, in tempo di pace, avrebbero semplicemente fatto il proprio dovere, generosamente e anche allegramente, come era nel loro carattere. Due donne piene di vita, pronte a rimboccarsi le maniche per aiutare gli altri, ma anche felici di apprendere, di studiare, di fare una vita comunitaria piena di invenzioni e creatività. Una studentessa appena diciannovenne, Puoran Najafi, e una infermiera, Hengameh Hajhassan di 24 anni. Possiamo immaginare che si sarebbero sposate, e avrebbero avuto dei figli, senza rinunciare per questo a un lavoro dignitoso, portato avanti con passione e altruismo. Invece, una furia punitiva le ha strappate al loro destino di lavoratrici e di madri ma anche di orgogliose cittadine innamorate del proprio paese, per farne: della prima, un cadavere senza tomba e della seconda una sopravvissuta dal corpo talmente provato dalla tortura da rimanere minato per sempre”.

Alla presentazione interverranno Esmail Mohades, traduttore e Gaetano Basti, editore.


Francesca Rapini
D'Abruzzo Edizioni Menabò srl
 

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