«Il futuro delle aree protette deve essere legato al consenso di chi le vive, e per ottenerlo, occorre molta trasparenza nelle decisioni e la partecipazione attiva di tutte le forze presenti sul territorio. Pertanto, se il Parco della Costa teatina dovrà ricadere su zone prevalentemente agricole, è di fondamentale importanza che gli agricoltori siano coinvolti nel processo decisionale». Lo dice Sandro Polidoro, presidente di Coldiretti Chieti, in riferimento al costituendo Parco della Costa Teatina, per il quale incominciano a circolare le prime ipotesi di perimetrazione che dovrà essere attuata dal Commissario Giuseppe De Dominicis.
Coldiretti, evidenziando che non è contraria alle aree protette ove necessarie, sottolinea tuttavia alcune perplessità riguardo ad una delimitazione che rischia – se non opportunamente effettuata – di diventare premessa di tanti vincoli ma di scarse opportunità in un territorio che rappresenta oltre il 25% dell’agricoltura provinciale incidendo sia in termini occupazionali, che di Plv con la presenza di migliaia di ettari di coltivazioni intensive di qualità .
«Facciamo fatica a comprendere come la legge sui parchi (n.394/91) possa essere applicata in un territorio fortemente antropizzato come la costa teatina e ci chiediamo quali siano le risorse disponibili per l’effettiva gestione della futura area – dice Polidoro – di certo, la realizzazione di un parco genererà ulteriore burocrazia per le imprese ricadenti con il rischio di aumentare i costi di gestione aziendale senza avere certezza dei reali benefici di questa operazione. Pertanto, ciò che chiediamo è una delimitazione congrua con le attività economiche svolte nella zona e le aspettative di sviluppo di un settore, quello primario, trainante e in linea con l’idea di salvaguardia e tutela della natura e dell’ambiente. In tal senso – annuncia Polidoro - nei prossimi giorni incontreremo la base associativa nei nove Comuni coinvolti per condividere il percorso da intraprendere».