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Colonie feline, LIDA: «Non abbiamo ricevuto risposte»

Video e intervista ai volontari della LIDA sul problema del randagismo felino

Redazione
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«Il randagismo felino sul territorio ortonese è un problema fuori controllo e fuori dal rispetto di qualsiasi norma esistente. Il comune di Ortona sembrerebbe essere totalmente inadempiente nei confronti della legge regionale 47 del 2013, che regola il fenomeno. Sul territorio si trovano molti gatti liberi che non sono ancora diventati colonia felina perché non ancora riconosciuti. Tutti i territori limitrofi presentano colonie riconosciute tranne quello ortonese che, ad oggi, ne è privo». Così i volontari della LIDA che abbiamo incontrato per un'intervista.

La Legge Regionale 47 del 2013 parla di gatto libero ed attribuisce all'animale dei diritti.

«Il gatto è un animale libero, quindi ha il diritto di restare dove viene trovato, di essere accudito sul posto e curato. Il gattaro che si occupa di gatti liberi può fare domanda per il riconoscimento della colonia felina. I gatti vengono censiti, curati, sterilizzati e dotati di microchip a spese della Asl. Quindi, a costo zero per l'amministrazione comunale, che si avvarrebbe dell'ulteriore beneficio del controllo della popolazione felina».

«Si definisce colonia felina una zona dove esistono uno o più gatti liberi, a priori dal riconoscimento, che è solo un atto amministrativo. La colonia felina riconosciuta è quella il cui iter amministrativo ha avuto tutto il suo seguito e si è concluso. L'iter burocratico parte dalla richiesta di riconoscimento inoltrata dal gattaro al comune che, a sua volta, inoltra domanda alla Asl, che deve verificare che i gatti non siano di proprietà ma liberi o randagi. L'iter, che richiede anche un sopralluogo della polizia municipale, serve ad evitare possibili truffe a carico della Asl. Altrimenti -continuano i volontari- una persona potrebbe lasciare il gatto in giardino e fingere che sia randagio al fine di non pagare la sterilizzazione e le cure del gatto di sua proprietà, facendo ricadere le spese sulla Asl. Alla conclusione dell'iter, il gatto ritorna sul posto e, con un ultimo atto amministrativo del Sindaco, si istituisce la colonia felina. Ad esempio, formata da un certo numero di gatti maschi e femmine e servita da un certo gattaro, che la segue senza un obbligo giuridico. Poi, magari, in comuni particolarmente solerti, si individuano anche delle regole di comportamento per i gattari».

«Questa legge non è una novità, ricalca la Legge Nazionale 86 del 1999 ed entrambe, sono già attive. Il problema è che queste domande di colonia felina, inoltrate più volte nel corso degli anni dai gattari ortonesi, sono sempre rimaste ferme e non riusciamo a comprenderne il motivo».

«Forse il comune potrebbe temere di avere degli oneri o delle responsabilità nei confronti delle colonie feline? Di fatto, il gatto libero è già di proprietà del comune per legge, quindi un eventuale riconoscimento di colonie feline non aggiungerebbe ulteriori responsabilità. In realtà vi sarebbero solo benefici e vantaggi, perché si andrebbe a ridurre di molto il randagismo felino, i cui effetti attualmente sono tutti a nostro carico. Solo l'anno scorso -spiegano i volontariLIDA- in seguito alle richieste di cittadini e non solo, abbiamo soccorso più di cento gatti. Spesso vengono anche lasciati davanti al canile incidentati, feriti, malnutriti o malati e noi affrontiamo le spese veterinarie dei ricoveri con le nostre sole forze».

«Per meglio affrontare il problema, soprattutto in vista della stagione dei parti delle mamme gatte, abbiamo preparato una proposta di convenzione al comune di Ortona onde evitare il sovraffollamento incontrollato dei felini. In passato abbiamo presentato dei progetti e delle proposte di campagne di sterilizzazione rimaste senza una risposta».

«Ma esiste anche un altro problema. Poiché accogliamo anche i gatti feriti e incidentati, quindi privi di arti o con gravi mutilazioni, necessiteremmo di un terreno adeguato sul quale concentrarli per seguirli meglio perché non potremmo in alcun modo reinserirli nel loro ambiente e perché incontriamo molte difficoltà a trovare altrettante famiglie disposte ad adottare un gatto. Per porre rimedio, liberando il canile dalla temporanea presenza felina, basterebbe un terreno recintato da adibire ad “oasi felina”».

«Poiché non abbiamo mai ricevuto risposte dal comune di Ortona -concludono i volontarici auspichiamo che si apra al più presto un dialogo che porti alla risoluzione del problema tramite l'applicazione degli strumenti normativi già presenti e attivi, come avviene nel circondario». 

Il problema, però, è anche culturale e ce lo spiegano nell'intervista, in cui si fa riferimento anche al ritrovamento di pochi giorni fa. (leggi...)

Si ringraziano i volontari LIDA di Ortona.

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