Ancora una volta assistiamo ad un annunciato fallimento della politica Regionale fallimento che purtroppo, si ripercuote sulla città di Ortona e sulle sue economie.
Le tanto sbandierate iniziative di accorpamento del porto di Ortona a quello di Civitavecchia, sono state spazzate via dal decreto legislativo di riforma della autorità portuali emesso in questi giorni e con il quale si certifica che il Porto di Ortona è accorpato alla Autorità Portuale di Ancona.
Ma la cosa che stupisce maggiormente è la perseveranza, da parte degli autori del detto fallimento, nel sostenere delle tesi che sono state smentite dai fatti, le annunciate modifiche le possibile deroghe, che nel detto decreto sono solo richiamate per sommi capi e con procedure derogative che difficilmente saranno attuate, e che quindi allo stato, sono solo teorie, vengono spacciate come cosa certa.
Anziché cercare di recuperare un rapporto con l’autorità di Ancona, che allo stato è la nostra autorità portuale, e con la quale, volente o nolente ci si deve convivere, si continua a mistificare la realtà.
Sarebbe peraltro curioso sapere da questi abili commentatori super esperti della materia, del perché se tali modifiche erano cosi scontate, cosi pacifiche, non sono state recepite direttamente dal decreto.
La verità è un'altra, e forse solo per amore della propria opinione non si vuole dire, o anche per non riconoscere una conclamata incapacità a gestire tali questioni, le modifiche “richieste” dalle regioni, nella fase pre emanazione decreto, difficilmente sarebbero state recepite dal decreto stesso e ciò per la semplice ragione che il Consiglio di Stato (che come è noto istituzionalmente da pareri sulle leggi) si era espresso in maniera tranciante su quella iniziativa sostenendo (testualmente) che tale “meccanismo per rendere possibile lo spostamento di un porto già inserito in un'altra autorità portuale”….. “potrebbe vanificare il raggiungimento degli obiettivi con essa perseguiti attraverso l’introduzione di un regime transitorio di non trascurabile durata nel quale le neo istituite autorità di settore portuale dovrebbero coesistere con le vecchie autorità portuali”., ma non solo lo stesso Consiglio di Stato, sempre nel detto parere afferma che ”… la riorganizzazione delle autorità portuali sulla base di un sistema integrato di più porti non si limiti ad un mero accorpamento aritmetico di enti di governo, mi si coniughi con una visione strategica di integrazione tra il settore portuale e quello della logistica, e con l’attribuzione dei necessari strumenti operativi di settore e risorse”:
Principi questi peraltro giusti e condivisibili, del resto il sistema portuale non è un sistema avulso dalle altre realtà logistiche, ma anzi con queste ci si connette vive e collabora, tradotto, se noi come porto di Ortona, come Costa Adriatica abbiamo connessioni per il sistema di soccorso in mare, di smistamento di corrispondenza, di sistema ferroviario con Ancona, come può essere concepibile una connessione con Civitavecchia??????.
Non ci voleva un grande scienziato per capire che con tali limitazioni il porto di Ortona difficilmente si sarebbe potuto accorpare a Civitavecchia, perché con questa, oltre a questa follia niente altro si ha in comune.
Questa politica, che è avulsa dal territorio, tanto che, nonostante il Consiglio Comunale di Ortona abbia chiesto di partecipare a tali procedura, richiesta peraltro avanzata in maniera formale con l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno, non solo non è stata coinvolta in tali ragionamenti ma non è stata neppure informata degli sviluppi, facendoci ora noi, come porto di Ortona, trovare in una posizione di contrasto con Ancona, posizione non solo mai voluta ma mai nemmeno conosciuta.
Al prossimo Consiglio Comunale inviterò il Sindaco il Presidente del Consiglio Comunale e chi di competenza a riappropriarci della nostra capacità rappresentativa del territorio e sulla scorta di tale mandato stimolare il riallaccio dei contatti con Ancona, sollecitando di concordare con questo un piano di sviluppo collaborativo, magari sfruttando il fatto che Ravenna è autorità portuale a se stante, e quindi noi potremmo esercitare la funzione di secondo porto come importanza della nostra autorità portuale.
c.s. Consigliere Comunale Tommaso Cieri