IO NON VOGLIO DELEGARE LA MIA VITA PER PROCURA Il cambiamento non arriva, lo si crea.
Io non voglio delegare la mia vita per procura, il cambiamento non arriva, lo si crea.
Noi oggi continuiamo a inseguire un politico che ci risolva dei problemi, che ci attribuisca dei diritti. Io non voglio un politico che mi risolva i problemi.
Voglio un politico che metta me in condizione di risolverli.
Non è pensiero magico?
Qui c’è una politica che ci ha tolto i nostri diritti, cioè la possibilità di risolvere da noi i nostri problemi. E qualunque tipo di politico viene e dice: non ti preoccupare, te li risolvo io. Nessuno ti dice: non ti preoccupare, perché creeremo condizioni perché te li risolva tu.
E’ lì che poi falliscono le democrazie. Perché uno non mi può spacciare una democrazia sostitutiva per una democrazia rappresentativa. Sono due cose diverse. Qui, le nostre vite sono state delegate per procura.
Ma io non voglio delegare la mia vita, io voglio avere da te il diritto di farmela da solo, la mia vita. E questo diritto tu non me lo dai. E sembra quasi che sia giusto, scontato, che tu non me lo dia. Nessuno si chiede: ma perché nessun politico mi dice come sarò in condizione, io, di fare le cose?
Sulla base di una nostra pigrizia, di una nostra graduale astrazione dalla vita concreta e dalle regole democratiche, ci danno ormai per scontato che i problemi ce li deve risolvere qualcun altro. In pari con un’altra cosa: che la colpa è sempre di qualcun altro.
E’ in parallelo: da un lato ti dicono che i problemi te li risolvono loro, poi ti spiegano che, comunque, la colpa è sempre della crisi, di Gelli, Sindona, Craxi, Totò Riina, quindi, è sempre colpa degli altri.
Dobbiamo entrare nella logica che il cambiamento è nostro: siamo noi che dobbiamo diventare dei soggetti rivoluzionari. Il che non significa che non saremo più propensi ad avere miti e simboli; significa che, quando lo facciamo, lo dobbiamo fare consapevolmente.
Il margine è tutto lì, tra consapevolezza e inconsapevolezza.
Immaginate che su Facebook ci sia una funzione “verifica consapevolezza” – ma Facebook quella funzione non la metterà mai, perché fa parte dell’altro meccanismo, dell’altro versante.
La consapevolezza comporta automaticamente una falla nel “sistema di potere”. Questo è un potere che vive sull’inconsapevolezza.
Un rivoluzionario Ernesto Che Guevara diceva: “La vera rivoluzione dobbiamo cominciare a farla dentro di noi”.
Il rivoluzionario non violento Gandhi diceva: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere...”.
Il cambiamento non arriva, lo si crea.