Pomeriggio di musica al Teatro Tosti, domenica 4 febbraio, con il terzo appuntamento con la STAGIONE DEI CONCERTI.
Protagonista della serata sono stati Les tZiganes, gruppo emergente della musica popolare, che prende il nome dall’omonima canzone di Leo Ferrè. Proprio la canzone LES TZIGANES ha aperto il concerto, dopo un prologo strumentale.
La band ha ripercorso le più belle melodie della musica popolare dell’est Europa: dall’inno della popolazione Rom, DJELEM DJELEM, passando per LULE LULE in lingua arbereshe, dialetto degli albanesi stanziati in Italia, fino alla splendida EDERLEZI in una interpretazione toccante della cantante Vania Salvatore. Non sono mancati riferimenti all’area mediterranea: VESUVIO, preannunciata da una lettera di Plinio il Giovane a Tacito, in cui descrive l’eruzione del vulcano nel 79 d.C., letta dal percussionista Tino Santoro, le due pizziche più celebri, LU RUCIU TE LU MARE e LA PIZZICA DI SAN VITO rivisitato dal gruppo con incursioni armoniche audaci e con arrangiamenti eleganti, ma sempre fedeli allo stampo popolare e virtuoso del genere; la splendida TREMA LA TERRA dei Lagabrigante di Teramo su versi di Carmine D’Alonzo, in cui si descrive, attraverso una visione onirica, la tragedia del terremoto che ha colpito nell’agosto 2016 i territori di Amatrice e Arquata del Tronto.
A conclusione del programma, OD EBRA DO DUNAVA brano con cui la band si è aggiudicata lo scorso ottobre il Premio Cover nel contest nazionale PROMUOVI LA TUA MUSICA. Particolarmente apprezzate le performance del virtuoso ortonese, il M° Paolo Angelucci al violino, e del fisarmonicista Marco Pomanti, alla fisarmonica e organetto otto bassi.
Il pubblico presente in sala si è trovato così catapultato in differenti realtà , avvolto dalla voce suadente di Vania Salvatore, dalla molteplicità di differenze timbriche delle percussioni di Tino Santoro, dall’eleganza e raffinatezza del chitarrista Augusto Miccoli, dal suono caldo del contrabbasso di Jacopo Lolli, passando per armonie della fisarmonica del già citato Pomanti e il lirismo e lefunamboliche improvvisazioni di Angelucci.
A chiusura, la celebre KALINIFTA , una buonanotte in grico salentino, a mò di commiato. «Una serata splendida che forse avrebbe meritato una risposta diversa da parte del pubblico ortonese- commenta il Maestro Paolo Angelucci sia per la qualità dei musicisti sul palco, ma soprattutto in quanto portatrice di un forte messaggio di solidarietà e di integrazione culturale fra stili e generi differenti, in un contesto storico particolarmente complesso, alla luce dei recenti fatti di cronaca».
C.S.