I cittadini diranno: “la solita storia”, ed hanno ragione: porto insabbiato e il Comune che non riesce a farsi valere per sbloccare una situazione finita male ed iniziata peggio. Quindi cose vecchie che si ripropongono come nuovi guai per la città che resta ferma, sempre più fanalino di coda. Lo stato dell’arte è questo: il dragaggio è fermo per due ragioni - figlie di una catena di errori e leggerezze - non si sa dove mettere i sedimenti della escavazione ma certo lo stoccaggio di migliaia di metri cubi di sabbia non può essere riversata sulla banchina nord; non può essere trasportata al largo di Torre Cerrano e ci sono dubbi (molti) per quella buona parte (278.112 mc) che la regione vorrebbe portare a Lido Riccio per il ripascimento della costa . Quindi nessuno sa dove mettere i sedimenti marini . Chi doveva pensarci dall’inizio ha trascurato il problema.
Seconda questione: chi paga? Un interrogativo che non ha risposta. Per colpa di chi? Ecco il classico dilemma Ortonese. Di certo tra progettisti, funzionari e tecnici a vari livelli, Enti e amministrazioni, qualcosa non ha funzionato, anzi per dirla tutta, ci sono state lacune gravi, di cui chi risponderà? In tutto questo l’amministrazione Castiglione che fa? Nulla di serio, il sindaco è sempre troppo impegnato a fare la finta voce grossa sui giornali. Troppo comodo (le comodità piacciano al primo cittadino) tanto che per Castiglione le colpe sono sempre altrui, una versione comodissima, con un unico difetto: avrà riflettuto il sindaco anche sulle sue responsabilità? Sulla sua non determinazione nel difendere la città. Poteva battere i pugni alla Regione e non l’ha fatto; poteva agire con severità fino a chiedere i danni ai funzionari che nemmeno si sono posti il pensiero delle risorse necessarie per lo smaltimento dei sedimenti. Ecco alcuni dei castelli di sabbia che hanno reso Ortona una città fragile, mal messa e senza futuro.
c.s. Peppino Polidori