DALLE PROMESSE ALLA REALTÀ. FAR PARTECIPARE TUTTI AL CONSIGLIO COMUNALE È UNA PRIORITÀ LEGALE E DI CIVILTÀ. HO LASCIATO L’AULA PER SOLIDARIETÀ E TRASPARENZA.
Oltre le promesse elettorali c’è la realtà. I fatti per cui si è giudicati se una amministrazione ha adempiuto alla sua prima missione che è l’UGUAGLIANZA tra i cittadini. Se cade questo presupposto allora rovina anche l’idea di cittadinanza. Per questo ieri di fronte alla impossibilità di un cittadino di prendere parte al Consiglio comunale perché portatore di disabilità ho abbandonato l’Aula.
OGGI COME NEL PASSATO
Il Comune in questa consiliatura - come in quelle passate - ha riconfermato l’odiosa realtà di non interessarsi a quei cittadini che se hanno problemi di mobilità non possono accedere né al Consiglio comunale, né a diversi uffici tra cui quello dei tributi, del sindaco e della giunta.
LA SOLIDARIETÀ NEI FATTI.
Ricordo che è la seconda volta che lascio l’Aula per protesta contro la giunta e il sindaco, in segno di solidarietà verso un cittadino e di tutti i disabili che sono esclusi dal Comune.
UNA ODIOSA DISCRIMINAZIONE.
Da decenni inoltre non sono rispettate le leggi ed in particolare:
(- l’art. 32, comma 21, L. 41/86,) : “Per gli edifici pubblici già esistenti non ancora adeguati alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384, dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dalla entrata in vigore della presente legge”.
E ancora
(-l’art. 24, comma 7, L. 104/92,) : “Tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e privati aperti al pubblico in difformità dalle disposizioni vigenti in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l'utilizzazione dell'opera da parte delle persone handicappate, sono dichiarate inabitabili e inagibili”.
(- l’art. 13, 2° comma, DPR 503/96)dispone che:
“ Negli edifici pubblici deve essere garantito un livello di accessibilità degli spazi interni tale da consentire la fruizione dell'edificio sia al pubblico che al personale in servizio, secondo le disposizioni di cui all'art. 3 del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236.”
LA LEGALITÀ VALE.
Ci sono leggi che vanno rispettate. Ma non è solo questione di norme. È un tema di priorità civile, democratica e di trasparenza verso ciò che deve compiere una buona amministrazione.
COME SONO ANDATI I FATTI.
Come è successo il 5 ottobre del 2019, anche sabato 28 maggio un concittadino con problemi di deambulazione voleva assistere al consiglio Comunale, ho chiesto di RINVIARE il consiglio comunale a Lunedì in seconda convocazione e di SPOSTARLO ALLA SALA EDEN. Un modo per consentire a tutti di accedere al dibattito - tra cui l’aumento di tasse (TARI) per gli Ortonesi - anche a chi ha problemi di disabilità per assistere alla seduta consiliare e rendere legittima la riunione.
Il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ha liquidato la questione di inclusione e abbattimento delle barriere architettoniche in meno di un minuto mettendo al voto la mia pregiudiziale che è stata bocciata senza fiatare dai consiglieri di maggioranza “alzatori di mano”.
PROMESSE NON MANTENUTE.
E pensare che già nella prima occasione ad ottobre 2019 il sindaco e l’assessore avevano promesso l’ascensore per la fine dell’anno 2019.
Difronte alla ILLEGALITÀ, per non essere complice di queste reiterate violazioni di legge, ho abbandonato l’aula.
PEPPINO POLIDORI CONSIGLIERE C OMUNALE ORTONA