I capricci di un assessore che ad Ortona sono legge. Non c’è altra spiegazione per cui un assessore voglia spendere soldi per una funicolare collocandola a suo piacimento e in danno alla stabilità del castello Aragonese - con il consenso del sindaco -, e impuntarsi a dire no ad un ascensore in Comune. Perché a suo giudizio “costa troppo”. Nel primo caso nessuno la obbliga, nel caso dell’abbattimento delle barriere architettoniche nel Municipio, ci sono leggi chiare, - che sindaco e assessori non rispettano -. L’ascensore per quanti hanno difficoltà a camminare, o fare delle scale, non è un capriccio ma una necessità tutelata da norme chiare e severe. Avevo scritto, sollecitato e denunciato il fatto, ma nulla: prima una risposta che era un Si ai lavori, poi un secco No. Allego la documentazione (con ciò che prevede la legge).
Nel 2018 scrissi una PRIMA INTERROGAZIONE e aggiunsi in varie occasioni più solleciti. Poi ABBANDONAI, per protesta, il CONSIGLIO COMUNALE del 5 ottobre 2019 perché ad un cittadino in carrozzina non era garantito l’accesso in Aula; lo scorso febbraio ho presentato una nuova interrogazione. Niente ha smosso sindaco e assessori. Prima o poi, però, ci sarà un cittadino disabile che chiamerà in giudizio il Comune che si vedrà costretto a realizzare l’opera ed a risarcire i danni, ma questa volta a pagare non saranno i cittadini, ma quegli amministratori che non hanno rispettato le leggi.
Che altro aggiungere? Ogni cittadino può fare la sua riflessione.
Forse c’è una differenza che sfugge, un conto è la politica e le ambizioni personali, legittime, ma una volta che si amministra ci sono responsabilità giuridiche da rispettare. Ci sono regole e obblighi. Come molti lettori sanno, da tempo mi batto per capire perché la città è rimasta così indietro, perché le casse comunali sono in grave sofferenza, perché i cittadini pagano per servizi costosi e poco efficienti. Una prima risposta è semplice, perché non si governa con i capricci. Il Comune è una istituzione non una sala giochi. Chi amministra deve avere rispetto di tutti - soprattutto dei meno fortunati - e delle regole.
