DISAGI PER L’ACQUA: COSA PUO’ FARE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ?
Ilario Cocciola
L’Acqua Bene Comune.
Se non si parte da questo concetto ogni proposta, progetto o investimento potrebbe risultare vano.
In questa sede non vogliamo entrare troppo nelle funzioni attribuite agli Enti dal D.Lgs.152/2006, alla Legge Regione Abruzzo n. 32 del 20.10.2015 e da altra normativa di settore, tuttavia precisiamo che ogni Comune può intervenire in materia attraverso investimenti non confliggenti con le competenze di altre Istituzioni o società affidatarie dei servizi entro i loro ambiti (caso Sasi Spa).
Accade però che, pur essendo l'acqua un bene indispensabile, soprattutto in estate, i cittadini siano sottoposti a costanti condizioni di disagio per le interruzioni del servizio idrico a causa della scarsa disponibilità di risorsa pur essendo presente e mal utilizzata.
Prima di entrare nel dettaglio di Ortona, precisiamo che secondo l’ISPRA, “in Italia circa il 60% dell’acqua è utilizzato in agricoltura, il 25% dal settore energetico e industriale, mentre il 15% è destinato agli usi domestici (lavarsi, cucinare, ecc.)”.
Purtroppo, nonostante la crisi idrica, nella nostra regione più della metà dell’acqua potabile (oltre il 55%) viene persa nelle reti, al punto che l’Abruzzo è maglia nera in Italia con la più alta percentuale di perdite. Il problema della dispersione idrica è particolarmente grave in Provincia di Chieti che, con oltre il 65,6% di perdite rispetto al volume immesso in rete, si colloca al terzo posto tra le Province italiane per dato più alto. Ortona si attesta su tale media.
Nella nostra città la Sasi spa eroga nella rete comunale circa 120/140 litri al secondo e, di solito, in estate arriva anche a 190 l/s a causa della maggior richiesta dovuta alle situazioni climatiche ed al numero degli abitanti. Ciò nonostante, in alcuni settori la rete “entra in crisi”, creando problemi alle utenze civili e alle attività economiche (imprese artigiane, commerciali, in agricoltura, industria e turismo).
Inutile affermare che questo è un anno di crisi e che il futuro sarà peggio, poiché non è possibile confidare solo nella pioggia come fanno i nostri amministratori.
Noi riteniamo si debba scommettere sull’efficienza e sulla lotta agli sprechi incrementando la risorsa idrica con vari sistemi.
In questo quadro pensiamo che occorra organizzare, da una parte, un sistema di captazione e raccolta delle acque e, dall’altra, prevedere un uso più razionale di questo bene, magari evitandone la dispersione e recuperandone buona parte. Insomma, occorre intervenire con una programmazione seria che sappia affrontare il problema e fornire risposte risolutive nell’arco di una legislatura. Non si può stare fermi aspettando il miracolo.
Ricordiamo che nella prima amministrazione di sinistra della città di Ortona (1975-1980) e poi in quelle di centro sinistra, furono realizzati diversi pozzi artesiani sparsi sul territorio comunale, con libero accesso, per sostenere le attività agricole. Noi riteniamo che quella esperienza, ancora tanto utile alla nostra agricoltura, vada approfondita con la realizzazione di altri pozzi fino a coprire l’intero territorio comunale.
Attualmente in Ortona sono in funzione 20 sistemi tra pozzi e vasche di decantazione per scopi irrigui, ben manutentati dal Comune nei decenni scorsi e da questa amministrazione lasciati all’abbandono salvo sporadici casi di intervento di mera pulizia, eppure ogni pozzo potrebbe dare una risposta di circa 4.000/5.000 litri al giorno se solo fosse efficientato.
Naturalmente la condotta idrica comunale, vecchia ed inadeguata, necessita di un programma di manutenzione straordinaria in linea con le ‘best practice’ dell’ IWA (International Water Association), per ridurre drasticamente il volume delle perdite, di cui recentemente si è avvalso Vasto, suddividendo il territorio in 19 Distretti, e San Salvo con 2 Distretti.
In pratica, con un sistema innovativo i due territori sono stati suddivisi in settori e grazie a sistemi sofisticati sono state individuate le grandi perdite con interventi mirati e con l’interruzione per lavori limitata al distretto in questione.
Inoltre, occorre evitare l’utilizzo improprio dell’acqua della rete pubblica.
Per fare questo il nostro gruppo ha in programma alcuni progetti pilota:
1 Captazione delle acque zona Saraceni.
Di fatto, con i lavori di realizzazione della nuova rete ferroviaria nei decenni scorsi, tutti i corsi sotterranei tagliati per motivi di sicurezza sono stati convogliati in un canale che sfocia nei Saraceni, con una parte nell’attiguo torrente, finendo comunque in mare.
La precedente amministrazione aveva fatto redigere dagli uffici comunali un progetto di captazione e calcolata portata e la qualità delle acque. Di fatto si tratta di un quantitativo pari (nel periodo di massima) a circa 90 litri/secondo ed a circa 50-70 litri/s in quello minimo che potrebbe essere captato in una cisterna, previa pre decantazione, da realizzarsi nell’area attigua (le FFSS hanno costruito una sorta di cisterna riempita a pietre che potrebbe fare al caso), capace di contenere 150 mila litri con un troppo pieno per rimettere in circolo l’acqua in eccesso. L’acqua così raccolta, che definiamo di tipo “civile/industriale” (D.M. 2 maggio 2006), potrebbe essere immessa nella rete portuale e nei vicini stabilimenti turistici ove, invece, anche per lavare le imbarcazioni e per altri usi si adopera acqua potabile. Tale progetto, evitando di sottrarre ad usi diversi l’acqua potabile, aumenterebbe la percentuale di quella ad uso consumo umano a parità di immissione Sasi.
2 Aumento del numero dei pozzi artesiani ed efficientamento degli attuali.
La città di Ortona presenta numerosi pozzi artesiani, tra pubblici e privati, tuttavia questi non risultano sufficienti per far fronte alle richieste degli agricoltori che, si ricorda, rappresentano un’importante fonte economica della città.
Per questo motivo prevediamo investimenti per aumentare in maniera considerevole il numero di tali pozzi, attuando anche un’importante pulizia e ristrutturazione di quelli esistenti, oggi non manutentati.
Tale programma non solo rappresenta un notevole contributo al comparto agricolo, ma anche un aumento della risorsa idrica sul territorio.
Progetto pilota “Acqua irrigua ”
Verrà individuata un’area ove realizzare, attraverso un collegamento di pozzi in un sistema circoscritto, una condotta di prossimità alle utenze a scopi agricoli e per l’irrigazione di giardini ed orti domestici.
In tale modo non solo sarà realizzato un sistema di irrigazione efficiente, eliminando anche il disservizio agli agricoltori di tale zona costretti a perdere ore in file dinanzi ai pozzi e l’impiego di carri con cisterne, ma se il progetto dovesse rivelarsi una “buona pratica” attiveremo un canale di richiesta finanziamento fondi per replicarlo in altre aree, senza aggravio di costi per l’Ente.
3. Prevedere sgravi fiscali comunali fino all’azzeramento dove possibile (in particolare in materia di fiscalità ed oneri sugli immobili e sugli oneri di costruzione e ristrutturazione).
Considerato che già allo stato attuale le acque di piazzali e tetti devono essere separate dalle acque già oggetto di un processo domestico ed industriale, l’iniziativa si prefigge di premiare con un importante sgravio fiscale quanti raccoglieranno con un sistema certificato le acque piovane e quelle c.d. “bionde” (doccia, vasca, lavandino del bagno o bidet) per destinarle a scopi irrigui, previo pre trattamento a norma. In questo modo si attuerebbe un sistema virtuoso sul riuso delle acque che consentirebbe di evitare ingenti sprechi per utilizzi, appunto, non potabili, mentre la defiscalizzazione appartiene al sistema premiale che deve attuare la municipalità.
4. Recupero delle acque di depurazione
La normativa che regola tale settore è il Decreto 12 giugno 2003 n 185 e ss.mm.ii. ed il D.M. 2 maggio 2006, che in pratica mirano a favorire il riciclo delle acque ed il riutilizzo di quelle reflue depurate di competenza delle Regioni. Il riutilizzo è disciplinato, previo recupero, per uso: irriguo, civile (lavaggio di strade, ecc), ed industriale.
L’Italia è indietro su tale campo anche se appare come la vera risposta alla crisi idrica mondiale. Dunque la sfida è quella di partecipare attivamente alla progettualità della Sasi Spa ed all’ATO affinchè si attui un progetto diretto quantomeno ad efficientare i depuratori attuali (anche con delocalizzazioni di cui tratteremo a parte), con nuovi sistemi per consentire il riuso delle acque quantomeno per l’irrigazione agricola e per il verde pubblico, nonché per realizzare sistemi diffusi di raccolta acqua serbatoi a cui attingere in caso di necessità per sistemi anti incendio o altro similare.
5. Dotare i sistemi pubblici di cisterne con autoclave per accumulo acqua potabile.
Nel 2021 non è civile e neanche tollerabile la chiusura di plessi pubblici come palestre e scuole per mancanza di acqua, quando basterebbe attuare investimenti in tale settore con l’acquisto di sistemi efficienti di raccolta e distribuzione.
Secondo il Ministero dell’Interno (Spesa con media annua 2017-2019), la città di Ortona ha un investimento procapite nel settore idrico di competenza comunale pari a 6,5 euro in spesa corrente, 2,8 euro in spesa per investimenti e 6,8 di effettiva spesa pro capite, mentre il Comune di Francavilla in investimenti eroga 29,4 euro con una spesa pro capite di 42,9 euro. Il semplice confronto numerico spiega il rapporto inefficienza (Ortona)/efficienza (Francavilla) che intercorre tra i due Comuni.
Per concludere, i problemi di un uso più razionale dell’acqua sono tanti ed impegnativi, ma vanno comunque affrontati e risolti per quanto possibile, perché un’amministrazione comunale non può rimanere inerte ma deve dare risposte alla cittadinanza e non limitarsi a divulgare comunicati stampa di altri.
Noi siamo impegnati nella preparazione di proposte programmatiche concrete per dare certezza e sicurezza ai cittadini e alle attività produttive del territorio della nostra città, perché la nostra città merita più della mediocrità.
ILARIO COCCIOLA CANDIDATO SINDACO ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI