Ad Ortona, come nel resto del Paese, le primarie per la segreteria del Partito Democratico hanno incoronato Matteo Renzi, al termine di una campagna elettorale nella quale è stato bellissimo confrontarsi sulle idee.
La larga misura della vittoria, esprime una volontà di cambiamento che non può e non deve essere ignorata. Gli italiani hanno dato ragione al Sindaco di Firenze, alle sue idee sul mercato del lavoro e sulla scuola, i diritti civili e la centralità dei circoli e degli amministratori locali.
L’elezione di Renzi alla guida del nuovo PD, apre uno spazio atteso per anni, consentendo a una nuova ed appassionata classe dirigente di ottenere l’opportunità che merita, con l’obbiettivo di costruire un partito entusiasta e vincente.
Le primarie dell’8 dicembre, di fatto, danno il via ad una nuova stagione politica, nella quale Ortona potrà essere protagonista, spinta da un Partito Democratico che sappia dire ai cittadini che i loro amministratori sono vicini, che sappia finalmente parlare ai più giovani, dire ai ragazzi ortonesi che la politica è bellissima, dando loro il coraggio di impegnarsi, fare una scelta.
Nella nostra città , il PD può diventare portatore delle istanze di un’intera generazione, il contenitore attraverso il quale raccogliere il talento straripante di cui dispongono persone fino ad adesso ignorate.
Il merito di un così grande risultato, va ai 1069 ortonesi che in massa si sono recati al seggio, per partecipare ad un’espressione di democrazia unica nel panorama politico italiano ed anche cittadino.
Ha prevalso il cambiamento. Grazie a chi ha creduto nella nostra causa, a tutti quelli che hanno accettato i nostri volantini, ci hanno regalato un attimo del loro prezioso tempo e si sono fermati al banchetto, dove lavoravamo al freddo inseguendo un sogno. Grazie a tutti quelli che ci hanno scelti per parlare finalmente di politica, come non si faceva da anni.
Grazie ai comitati per Cuperlo e Civati, è stato splendido confrontarsi sulle mozioni e le proposte.
Grazie ad Ortona, arriva il cambiamento.
Matteo Bonfante