E' scoppiata la " moda " di fare beneficenza ad ORTONA. Nell'ultimo periodo, forse anche causato dall'ultimo terremoto, si organizzano spettacoli teatrali, musicali e serate culinarie.
L'obiettivo delle varie serate era finalizzato ad aiutare, con il ricavato, le popolazioni colpite dal sisma, a favorire l'acquisto di attrezzature nell'Ospedale " Santo Spirito " di Pescara, a completare la costruzione di un Ospedale pediatrico a MEDJUGORJE.
Tutte iniziative meritevoli di attenzioni e condivisioni ma allo stesso tempo da valutare con le pinze, riguardo le modalità in cui vengono custoditi i soldi che i cittadini hanno elargito durante le varie manifestazioni.
Fa riflettere l'atteggiamento, al limite dell'inverosimile, di un ex personaggio pubblico che racconta nel tour di beneficienza la sua conversione miracolosa alla religione cattolica avvenuta durante il decesso del padre. Sul palco, prima afferma che la sua storia è una questione privata, poi sciorina tutti i presunti miracoli ottenuti dopo l'avvicinamento alla fede. La solita lacrimuccia sul viso durante la recitazione ha lasciato qualche perplessità tra gli spettatori del teatro Tosti.
Fare beneficenza è un atto sublime, di civiltà e rispetto verso i sofferenti. Spetta però alle Istituzioni, associazioni di volontariato legalmente riconosciute dallo Stato Italiano, organizzare tali serate. Un pò di egoismo in questi casi non guasta. Ha anche più credibilità , sopratutto sul lato dei controlli e della gestione delle raccolte fondi. La cronaca è piena di inchieste su queste delicate questioni.
Affidiamoci alle associazioni ortonesi, che fanno da molti anni queste opere di misericordia, sopratutto in favore dei bambini.
La fiducia ai rappresentanti delle associazioni ortonesi serve anche per confermare i dubbi che abbiamo ereditato dall'apostolo Tommaso.
Se il Papa non ancora riconosce quale SANTUARIO Medjiugorje, come facciamo a credere ai racconti miracolosi, senza riscontri da parte del Clero.
Il dubbio di San Tommaso non è su DIO, ma sull'umano, spesso purtroppo, troppo umano!